In una chiesa svizzera il prete è sostituito da un “Gesù AI” che parla 100 lingue
Lucerna, 22 novembre 2024 – Una innovativa iniziativa, a cavallo tra scienza e religione, ha fatto il suo debutto nella Peter’s Chapel di Lucerna: un “Gesù AI” in grado di interagire con i visitatori in ben 100 lingue diverse. Questo audace esperimento, denominato “Deus Ex Machina”, ha scosso la piccola comunità locale e suscitato reazioni disparate.
L’idea dietro l’installazione nasce dalla curiosità di comprendere come le persone si rapporterebbero con una rappresentazione digitale di Gesù. Marco Schmid, teologo della chiesa, ha dichiarato al Guardian: “Volevamo vedere e capire come le persone avrebbero reagito a un Gesù AI. Di cosa parleranno con lui? Probabilmente siamo dei pionieri”.
L’installazione è stata lanciata ad agosto come parte di un progetto di ricerca con un laboratorio universitario svizzero, proponendo un’alternativa tecnologica alla figura tradizionale del prete. La chiesa ha scelto di installare un avatar di Gesù, piuttosto che optare per un teologo, un santo o una persona.
Il “Gesù AI” è stato sviluppato attraverso un sistema di intelligenza artificiale che ha assimilato testi teologici per rispondere alle domande poste dai visitatori. I cavi e la tecnologia sono stati delicatamente nascosti all’interno di una cabina di confessione, dando l’illusione di un’interazione autentica. Gli avventori sono stati accolti da un’immagine di Gesù proiettata su uno schermo a traliccio, che ha risposto alle loro domande in tempo reale.
Nei pochi mesi di attività, l’esperimento ha attratto oltre 1.000 visitatori, comprese persone di diverse religioni e turisti provenienti da paesi lontani come Cina e Vietnam. Di questi partecipanti, più di 230 hanno fornito un feedback, con due terzi di loro che hanno descritto l’esperienza come “spirituale”.
Nonostante i riscontri positivi, il progetto non è stato esente da critiche. Un giornalista locale ha definito alcune delle risposte del "Gesù AI" come “banali e ripetitive, con una saggezza che trasuda cliché”. Questo ha sollevato interrogativi circa la profondità e il valore delle interazioni generate da un’intelligenza artificiale.
Le polemiche non sono mancate nemmeno all’interno della comunità religiosa. Schmid ha confermato che alcuni membri, in particolare tra i cattolici, si sono opposti all’utilizzo del confessionale, mentre i protestanti hanno espresso dissenso rispetto all’uso di immagini sacre.
L’esperimento “Deus Ex Machina” continua dunque a mietere consensi e opposizioni, rappresentando una curiosa fusione tra fede e tecnologia, e lasciando aperta la questione del futuro delle interazioni spirituali in un’era sempre più dominata dall’intelligenza artificiale.