I missili stavolta colpiscono la base Unifil: quattro militari italiani feriti in Libano

La situazione in Libano, dove la missione UNIFIL opera in un contesto sempre più critico, si è ulteriormente aggravata con l’attacco alla base italiana di Shama, che ha causato il ferimento di quattro militari italiani.

I razzi lanciati da Hezbollah, una milizia sciita attivamente impegnata nello scontro con Israele, hanno colpito la struttura blindata e l’area circostante, nonostante le precauzioni e l’adozione dei massimi protocolli di sicurezza da parte dei caschi blu italiani.

Contesto e Dinamiche del Conflitto

L’area meridionale del Libano è da settimane teatro di intensi combattimenti tra le forze israeliane (IDF) e Hezbollah. L’attacco segue una serie di operazioni militari israeliane, incluso l’abbattimento di droni di Hezbollah proprio nei pressi della base italiana. Nonostante il razzo diretto alla base di Shama non sembri intenzionale, l’episodio conferma la vulnerabilità crescente delle missioni UNIFIL in una regione fortemente militarizzata.

Israele ha intensificato le operazioni contro bunker e arsenali nemici, mentre Hezbollah continua a colpire in risposta. Tuttavia, l’utilizzo di basi UNIFIL come potenziali “scudi” da parte delle parti in conflitto aumenta i rischi per i contingenti internazionali.

Reazioni e preoccupazioni politiche

Le istituzioni italiane, incluse le voci del premier Giorgia Meloni e dei ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani, hanno condannato fermamente l’attacco. È stata ribadita l’intollerabilità di simili incidenti, con Crosetto che ha evidenziato il duplice rischio: da un lato, l’azione di Hezbollah; dall’altro, il posizionamento delle forze israeliane in prossimità delle basi UNIFIL.

La richiesta italiana è chiara: evitare che le basi ONU siano coinvolte o sfruttate come protezione tattica, e garantire la sicurezza dei militari. Tuttavia, la diplomazia sembra avere margini limitati, considerata l’escalation delle operazioni militari.

Implicazioni per UNIFIL

Le parole del portavoce di UNIFIL, Andrea Tenenti, sottolineano l’importanza delle regole di ingaggio attuali, che pur non prevenendo completamente i rischi, hanno limitato i danni. Cambiare le regole per un intervento più deciso potrebbe però esacerbare ulteriormente la tensione, rendendo i caschi blu un bersaglio più esplicito.