Disarmiamo il patriarcato | Perché i dati sui femminicidi ci obbligano a reagire ora!

Titolo: Migliaia di donne in marcia a Roma per disarmare il patriarcato: contestato il ministro Valditara

Roma, 23 novembre 2024 – Con lo slogan ‘Disarmiamo il patriarcato, per fermare la guerra, nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite’, si è svolto oggi a Roma un imponente corteo, organizzato dal movimento femminista e transfemminista ‘Non Una Di Meno’. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di migliaia di donne, è partita da piazzale Ostiense e ha raggiunto piazza Vittorio Emanuele II, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in programma il 25 novembre.

L’evento ha avuto come obiettivo principale quello di mettere in luce *i “104 femminicidi, transcidi e lesbicidi registrati nel 2024”, secondo le stime dell’Osservatorio di ‘Non Una Di Meno’. “Il patriarcato agisce costantemente una guerra sui nostri corpi”**, ha affermato Carlotta, una delle portavoce del movimento, evidenziando che questa guerra si manifesta non solo nella limitazione dei diritti e dell’autodeterminazione delle donne, ma anche attraverso la violenza quotidiana che molte subiscono nelle relazioni più intime.

Durante la giornata, si è tenuto ‘l’urlo muto’, un minuto di silenzio in memoria delle vittime di femminicidio, in particolare per onorare Giulia Cecchettin, alla ricorrenza del suo tragico omicidio avvenuto un anno fa. Questa commemorazione ha rappresentato un momento toccante di riflessione e solidarietà tra le partecipanti.

Un gesto simbolico ha caratterizzato la manifestazione: una foto del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, è stata bruciata davanti al suo ministero di viale Trastevere. Le attiviste hanno intonato cori di protesta contro le affermazioni del ministro, accusato di suggerire che la maggior parte dei femminicidi sia perpetrata da persone di origine straniera durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. **“Valditara pezzo di m*a”, è stata una delle frasi urlate attraverso il megafono, esprimendo la forte indignazione delle donne nei confronti di tali dichiarazioni.

Questa manifestazione sottolinea l’urgenza di affrontare la questione della violenza di genere come problema strutturale, che affonda le radici nell’organizzazione patriarcale della società. “Siamo qui per dire che la violenza deve essere smantellata, se vogliamo essere vive e libere”, ha concluso Carlotta, evidenziando la determinazione del movimento a lottare per diritti e giustizia.

Il corteo di oggi ha rappresentato non solo un atto di denuncia, ma anche un forte appello alla mobilitazione collettiva per un futuro libero dalla violenza e dall’oppressione.