Jovanotti: “Il mio corpo è un Lego, mi hanno segato il femore da sveglio”
In un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera, Jovanotti si è raccontato senza filtri, parlando di un evento traumatico della sua vita, dell’importanza della sua carriera musicale e dei legami familiari che lo hanno formato. La conversazione, condotta da Aldo Cazzullo, tocca vari aspetti della sua storia, dalla drammaticità dell’incidente in bicicletta alla sua evoluzione artistica.
“Andavo in bicicletta su una strada asfaltata da due giorni, c’era un dosso non segnalato, ho fatto un volo sbagliato”. Con queste parole, Jovanotti descrive l’incidente avvenuto a luglio 2023 a Santo Domingo, dove ha subito gravi lesioni. La sua gamba, infatti, ha subìto danni devastanti: “Il femore non si era rotto; si era sbriciolato”. A causa di questo infausto evento, l’artista è stato costretto a rimanere a lungo sull’isola, affrontando operazioni chirurgiche e un recupero complesso.
La descrizione dell’intervento è particolarmente intensa: “Mi hanno operato da sveglio. Otto ore di anestesia totale erano troppe. Sentivo le martellate; ma era come se le dessero a un altro”. A tal proposito, Jovanotti paragona il lavoro del chirurgo ortopedico al mestiere di un falegname, raccontando come “mi ha segato il femore a metà, e l’ha sostituito con una sbarra di titanio”. Questa esperienza ha segnato profondamente il suo approccio alla vita e alla musica.
Nella conversazione emerge anche il suo nome d’arte. “Così mi inventai questo nome d’arte, collettivo: Jovanotti”, spiega l’artista, ricollegandosi ai suoi inizi nel mondo della musica e alla necessità di distinguersi in un panorama affollato. Inizialmente un DJ di successo, il suo talento fu notato da Claudio Cecchetto, che lo portò a Milano: “Così le lasciai il numero di casa”.
Un altro tema toccato durante l’intervista è la sua vicinanza alla Chiesa e i legami con la sua famiglia. Parlando della sua vita, Jovanotti ha rivelato come “sono più ecumenico del Papa”, accennando a una giovinezza complessa, segnata dalla storia di suo padre e dalle esperienze con la fede. Inoltre, ha condiviso un ricordo personale legato a Emanuela Orlandi, “era amica di mia sorella”, rivelando il suo interesse per il mistero che circonda la sua scomparsa.
La chiacchierata si chiude con una riflessione su Papa Francesco, che l’artista descrive come “un monarca”, ma che riesce a suscitare in lui sentimenti di affetto e ammirazione. Jovanotti resta con i piedi ben piantati nella realtà, affermando che “la Chiesa è casa mia. Ci sono nato dentro”.
Concludendo, l’intervista offre uno spaccato profondo e autentico di un artista che continua a reinventarsi, affrontando le sfide della vita con la stessa passione che lo ha contraddistinto nella sua lunga carriera musicale.