Cessate il fuoco in Libano: possibili sviluppi nelle prossime ore
ROMA – Un clima di attesa si respira in Medio Oriente, dove i media libanesi annunciano la possibilità di un cessate il fuoco a partire dalle 22 di stasera. Secondo fonti interne, Stati Uniti e Francia sono pronti a fare una dichiarazione congiunta, mentre anche il primo ministro ad interim libanese, Najib Mikati, potrebbe rilasciare una nota ufficiale. Questa notizia giunge in un momento di crescente tensione nella regione, con Israele che, nonostante la prospettiva di una tregua, continua a intensificare le sue operazioni militari.
Nel frattempo, la stampa internazionale riferisce che il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha autorizzato il proseguimento degli attacchi offensivi verso il fronte settentrionale, nonostante le trattative per un accordo di pace tra i diversi attori coinvolti. La situazione appare tesa, con una riunione del gabinetto di sicurezza israeliano in corso per discutere il piano di pace proposta dagli Stati Uniti e dalla Francia.
Un piano che divide il governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu: Tel Aviv sembrerebbe disposta ad accettare la proposta, ma a certe condizioni, tra cui la possibilità di mantenere forze militari operanti nell’area. L’intento è quello di garantire il ritorno a casa delle migliaia di famiglie israeliane sfollate direttamente dal confine con il Libano.
I termini della risoluzione sono in fase di definizione, ma si prevede un cessate il fuoco di 60 giorni, sulla falsa riga della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza del 2006, che mise fine al conflitto tra Israele e Hezbollah. La proposta include anche il ricollocamento delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani, lasciando spazio ai peacekeeper dell’Onu e alle forze armate libanesi.
Tuttavia, la situazione sul campo è drammatica. Oggi si sono registrati tre morti e 26 feriti a causa dei raid aerei israeliani su Beirut, con un edificio di quattro piani distrutto, che ospitava famiglie sfollate. Questo ha spinto l’esercito israeliano a emettere ordini di evacuazione in 20 distretti della capitale libanese, prima di procedere con attacchi mirati contro obiettivi considerati legati a Hezbollah.
*Secondo fonti locali, l’intensificazione dei bombardamenti, prima di un’eventuale sospensione delle ostilità, è una strategia già vista in passato**. Scelte simili mirano a colpire il maggior numero possibile di obiettivi militari prima di una pausa nei combattimenti.
Con il contesto di crisi persistente e l’incertezza che aleggia su un possibile cessate il fuoco, gli sviluppi nelle prossime ore potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro della regione. La comunità internazionale attende con attenzione le dichiarazioni che potrebbero arrivare da Washington, Parigi e Beirut, nella speranza che si possa porre fine a un conflitto che ha già causato troppe sofferenze.