Borrell: “Israele non ha più scuse, deve accettare il cessate il fuoco oggi stesso”
In un forte appello per la pace, Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, ha esortato Israele ad accettare un cessate il fuoco immediato. Durante una conferenza stampa tenutasi al forum del G7 Esteri a Fiuggi, Borrell ha messo in luce la gravità della situazione nel Libano e a Gaza, sottolineando che “ci sono ministri estremisti nel governo israeliano che vogliono proseguire a bombardare”, mentre i civili continuano a subire attacchi incessanti.
Borrell ha recentemente partecipato a un vertice con i ministri degli Esteri del G7, insieme a rappresentanti di Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Qatar e Emirati Arabi Uniti. “Ho informazioni di prima mano”, ha affermato, riferendosi alla situazione disastrosa in Libano, dove si stimano almeno 4.000 vittime e centinaia di migliaia di sfollati a causa dei combattimenti. “Un cessate il fuoco è assolutamente necessario anche per le centinaia di migliaia di sfollati, per permettere loro di tornare a casa”, ha dichiarato, enfatizzando che “non ci sono più case a cui tornare” a causa della distruzione sistematica dei beni immobili da parte di Israele.
La drammatica condizione a Gaza
Borrell ha poi portato l’attenzione anche su Gaza, descrivendo una situazione “ancora peggiore”. “Nel nord ci sono 250mila persone completamente abbandonate a loro stesse”, ha detto, rivelando come i coordinatori umanitari delle Nazioni Unite siano stati costretti a interrompere le loro attività a causa della totale mancanza di risorse. “La macchina umanitaria è totalmente bloccata”, ha aggiunto, accusando l’esercito israeliano di essere responsabile di questa crisi.
In questo contesto, Borrell ha esortato i leader europei e arabi ad agire a livello internazionale, dichiarando che “dobbiamo fare appello alle coscienze del mondo” e agire nella cornice del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ha insistito sulla necessità di promuovere risoluzioni per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari, lasciando da parte per il momento la questione della soluzione dei due Stati.
Sanzioni e giustizia internazionale
Il discorso di Borrell ha toccato anche le recenti decisioni della Corte penale internazionale, che ha emesso mandati d’arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Non è qualcosa che si può scegliere”, ha affermato, richiamando l’attenzione sui doveri internazionali e sul fatto che “rispettare il mandato di cattura è un obbligo” per gli Stati membri dell’Unione Europea.
Borrell ha inoltre evidenziato che “è urgente che gli europei affermino con chiarezza che applicheranno il mandato di arresto”, sottolineando come il mancato rispetto di tali obblighi potrebbe compromettere la credibilità del diritto internazionale.
Il futuro in bilico
Concludendo il suo intervento, Borrell ha riaffermato che “Israele non ha pretesti per rifiutare” la proposta di cessate il fuoco mediata da Stati Uniti e Francia, il cui monitoraggio sarà supervisionato da un comitato internazionale. Tuttavia, ha avvertito che i segnali dal governo israeliano sono contrastanti, e la resistenza a un accordo potrebbe portare a conseguenze devastanti per il Libano e per la stabilità della regione.
Mentre un incontro del gabinetto per la sicurezza israeliano è previsto per discutere della proposta, il futuro della regione rimane incerto, con le tensioni che continuano a montare tra le varie fazioni coinvolte nel conflitto.