Australia approva legge per limitare l’uso dei social ai minori di 16 anni: l’Italia guarda con interesse
In un contesto in cui il cellulare è diventato un compagno inseparabile della quotidianità, la recente approvazione in Australia di una legge che vieta l’uso dei social media a chi ha meno di 16 anni ha sollevato un acceso dibattito in Italia. Questo provvedimento è un tentativo di rispondere ai rischi crescenti legati all’abuso dei dispositivi elettronici tra i più giovani.
“Il confronto di oggi fra politica, scienza e società civile è stato un momento prezioso”, ha affermato il questore della Camera Filippo Scerra durante un convegno dal titolo ‘Smartphone e minori: rischi e prospettive’. Scerra ha sottolineato l’urgenza di costruire un modello italiano simile a quello australiano, per proteggere i più piccoli dai pericoli dell’uso smodato di smartphone e social media.
Durante l’incontro, sono stati evidenziati diversi aspetti critici legati all’uso dei dispositivi digitali. “L’abuso dello smartphone può compromettere la qualità del sonno e favorire l’isolamento”, ha dichiarato Scerra, riprendendo i timori espressi da esperti presenti al convegno. Il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale, Giuseppe Di Mauro, ha aggiunto che “la tematica oggi è assolutamente importante”, sottolineando l’importanza della prevenzione.
Rischi e problematiche: una frenata necessaria
Molti relatori hanno messo in guardia riguardo ai potenziali danni psicologici e sociali che possono derivare da un uso non regolato dei social media. “Fra il 10% e il 20% dei più piccoli hanno problemi di salute mentale”, ha rivelato Donatella Fiore, psichiatra e supervisore della Società italiana di terapia comportamentale cognitiva. Questi dati allarmanti hanno spinto i partecipanti a considerare con serietà la proposta di una regolamentazione rigorosa, con l’intento di proteggere i minori.
La necessità di una normativa
Filippo Scerra ha già presentato una proposta di legge che mira a vietare l’uso di dispositivi digitali per i bambini fino a 3 anni e a regolamentarli per quelli da 3 a 12. “Spero che il suo iter possa procedere spedito”, ha affermato, auspicando un approccio costruttivo e collaborativo con altre forze politiche.
Inoltre, il direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, Daniele Novara, ha messo in luce la necessità di “tutelare le persone più deboli con apposite norme”, paragonando il divieto di utilizzo di smartphone per i bambini al divieto di guida per i minorenni.
Comunicazione e sensibilizzazione
Un altro tema trattato è stata l’importanza di una comunicazione chiara riguardo i rischi dell’uso dei dispositivi digitali. Claudia Di Pasquale, presidente dell’Associazione italiana genitori, ha enfatizzato che “serve rendere chiari i rischi dell’uso dei dispositivi”, dove la responsabilità non ricade solo sulle istituzioni ma anche sulle famiglie.
La legge australiana e il dibattito che ne deriva pongono interrogativi significativi e invitano a riflessioni profonde sulle pratiche quotidiane e sull’educazione all’uso delle tecnologie tra i più giovani. L’auspicio per l’Italia resta quello di unire le forze per sviluppare un modello sostenibile e rispettoso della crescita dei bambini, garantendo loro un futuro sereno e sano.