48 migranti salvati in mare | La verità inquietante dietro il Decreto Piantedosi che cambia tutto!

Ritornano i riflettori sulla Ocean Viking: depositaria di speranze e angosce.

ROMA – La Ocean Viking ha recentemente completato un’operazione di salvataggio al largo della Libia, recuperando 48 persone, delle quali 44 sono minorenni non accompagnati. La testimonianza di Kento, rapper e attivista, ha reso a tutti visibile il dramma che si cela dietro queste operazioni, mettendo in luce non solo le storie strazianti dei migranti, ma anche le complicazioni burocratiche imposte dai nuovi decreti italiani.

Nel video condiviso dall’organizzazione Sos Mediterranée, Kento racconta come molti dei ragazzi salvati siano stati costretti a lasciare i propri paesi da bambini e abbiano trascorso anni in condizioni disumane in Libia. “Ci hanno raccontato di essere passati dall’inferno della Libia, e qualcuno ci ha detto di aver subito anni di prigionia”, spiega il rapper, accentuando la vulnerabilità dei minori coinvolti.

Durante le operazioni di salvataggio, ciò che era iniziato come un intervento di emergenza tranquillo è stato scosso dall’apparizione della guardia costiera libica, che ha manovrato in modo “pericoloso e irresponsabile” secondo Kento. La motovedetta coinvolta è stata fornita all’autorità libica dall’Italia, una circostanza che solleva interrogativi sulle politiche di cooperazione tra i due paesi. Kento non ha esitato a menzionare episodi passati in cui il mezzo è stato accusato di aggressioni.

Dopo il salvataggio, la situazione si è complicata ulteriormente. “Ci è stato assegnato come porto sicuro Ravenna, a oltre 1.500 chilometri dal luogo del salvataggio”, ha sottolineato Kento, evidenziando le difficoltà imposte dal recente Decreto Piantedosi che ha limitato le operazioni delle ONG in mare. Questo decreto obbliga le navi a dirigersi verso porti sicuri, anche quando questi sono lontani, e ha imposto una chiara restrizione sulla possibilità di effettuare nuovi salvataggi.

Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse e la pressione del tempo hanno portato le autorità a riesaminare la situazione. Con il peggiorare del meteo, il porto di Brindisi è stato scelto come luogo di approdo, consentendo così lo sbarco dei ragazzi all’alba, dove ora la loro assistenza sarà gestita dalle organizzazioni locali.

Kento ha concluso la sua testimonianza rimarcando le sfide che affrontano le ONG. “La Ocean Viking è pronta a ripartire per tornare nella sua zona operativa”, ha affermato, sottolineando che nonostante le avversità legali e logistiche, la missione di salvare vite umane continua.

In questo contesto, la testimonianza di Kento e le operazioni della Ocean Viking hanno acceso un faro sulle condizioni in cui versano tanti migranti nel Mediterraneo, richiamando l’attenzione sul bisogno urgente di riforme chiare e umane per affrontare la crisi migratoria.