Doping e tennis: ecco perché la WADA potrebbe chiudere un occhio sulle mini positività | In gioco la reputazione di star come Sinner e Swiatek!

Tennis e Doping: La WADA Valuta nuove Soglie per le Minime Positività

ROMA – L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha avviato una riflessione significativa sull’attuale approccio alle sanzioni per le minime positività nel tennis, in risposta ai recenti casi che hanno coinvolto atleti di spicco come Jannik Sinner e Iga Swiatek. Il direttore generale della WADA, Olivier Niggli, ha espresso la necessità di rivedere le politiche attuali, sottolineando che le tecnologie moderne consentono di rilevare quantità di sostanze dopanti così piccole da rendere discutibile l’attribuzione di responsabilità agli sportivi.

“I laboratori sono più efficienti rispetto al passato nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza”, ha dichiarato Niggli in un’intervista rilasciata al quotidiano francese L’Equipe. Secondo il direttore, le minime quantità di sostanze riscontrate potrebbero derivare da contaminazioni accidentali, come ad esempio nel caso di Sinner, trovato positivo a dosi irrisorie di clostebol. Questa situazione ha suscitato preoccupazioni tra gli atleti e i tifosi, sollevando interrogativi sull’integrità del sistema di controllo antidoping.

La WADA, riconoscendo la crescente complessità del problema, ha deciso di “avviare un tavolo di lavoro per capire se e in che modo sanzionare i microdosaggi.” L’obiettivo è quello di stabilire soglie di tolleranza che potrebbero contribuire a evitare sanzioni per piccoli residui di sostanze chimiche che non alterano le prestazioni degli atleti.

“Con delle soglie stabilite non avremmo visto tutti questi casi,” ha continuato Niggli, avvertendo che è fondamentale comprendere i limiti entro i quali accettare il microdosaggio. “Dobbiamo assicurarci di unire l’integrità del gioco e la protezione degli atleti senza compromettere i principi fondamentali dello sport”.

La questione è particolarmente rilevante alla luce della recente squalifica di Iga Swiatek, che ha dovuto fare i conti con una sospensione di un mese per la positività alla trimetazidina, segnalata come risultato di una contaminazione da un farmaco da banco utilizzato per problemi di jet lag. Queste situazioni hanno messo in evidenza la necessità di un riesame e di una potenziale riforma in tema di antidoping, soprattutto per le discipline sportive come il tennis, dove la reputazione e la carriera degli atleti possono subire danni irreparabili a causa di fraintendimenti legati a dosaggi minimi.

In conclusione, mentre la WADA si prepara a prendere in considerazione nuove politiche, gli sviluppi futuri sul tema del doping nel tennis potrebbero avere un impatto significativo non solo per gli atleti coinvolti ma per l’intero panorama sportivo internazionale. La comunità sportiva attende con attenzione gli esiti di queste discussioni.