FISE sotto accusa | L’eroica battaglia di una madre contro l’invisibile abuso nel mondo degli sport equestri!

Pedofilia nella Fise: il Coni riapre segnalazioni archiviate

Roma – Un nuovo capitolo nella battaglia contro gli abusi sessuali nella Federazione italiana sport equestri (Fise) è stato aperto con la recente decisione del Coni di riattivare alcune segnalazioni archiviate, in seguito alla richiesta di commissariamento presentata da Lorella Tempia Caliera, madre di due ragazzi che sono stati vittime di abusi. Questa svolta arriva a otto anni di lotte e sollecitazioni da parte di una donna che è diventata un simbolo della lotta contro gli abusi nel mondo dello sport.

L’associazione Giacomo Fornasier, dedicata alla memoria di uno dei due figli di Caliera, ha reso pubblico il fatto che l’istruttore federale responsabile degli abusi era stato condannato nel 2015 a una pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, ma nonostante ciò ha continuato a esercitare come istruttore, grazie a complicità nel sistema.

Caliera ha denunciato per anni le inadempienze della Fise e l’atteggiamento di sfida della dirigenza nei confronti delle sue richieste di giustizia, subendo anche una denuncia da parte del presidente Marco Di Paola per le sue denunce pubbliche. La risposta dell’istituzione, inizialmente, è stata quella di ignorarla e deriderla.

La determinazione di Caliera ha finalmente portato ai risultati sperati: il Coni ha riaperto i casi e il 26 novembre scorso, in coincidenza con la commemorazione della morte di suo figlio Giacomo, il Tribunale di prima istanza della Fise ha emesso una sentenza​ di condanna nei confronti di alcuni complices del pedofilo. Questa sentenza prevede la sospensione di due atleti per due anni e la sospensione dell’affiliazione di un centro ippico per lo stesso periodo, unitamente a una multa di 5.000 euro.

Archiviata la sentenza, Lorella Tempia Caliera ha commentato con amarezza: “La Federazione mi ha presa in giro per anni. Ma ora ho dimostrato, con prove concrete, le ingiustizie subite. Non devo niente alla Fise; il merito di questa vittoria è solo mio e di chi mi ha sostenuta in questo lungo percorso.”

Tuttavia, nonostante i successi ottenuti, Caliera esprime il suo disappunto riguardo il fatto che ci sono ancora “tante incongruenze” nella gestione di questa vicenda, sottolineando che molte delle prove da lei fornite non sono state degnamente considerate. In particolare, ha evidenziato che altre figure coinvolte non sono state toccate dal deferimento e si è impegnata a inviare ulteriore documentazione al Coni e alla Fise per chiarire queste discrepanze.

Caliera ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di un’azione decisiva da parte del Coni, affinché venga avviato il commissariamento della Fise, ritenuta inadeguata nella tutela dei minori. “Meritiamo uno sport basato su etica e correttezza, un luogo sicuro per i nostri ragazzi,” ha dichiarato, richiamando l’attenzione su onestà e responsabilità necessarie nel mondo sportivo.

Con questa vicenda, il Coni si trova di fronte a una sfida cruciale: dimostrare che la lotta contro abusi e ingiustizie nel mondo dello sport non è solo un’iniziativa isolata, ma una priorità strategica per la tutela dei più vulnerabili.