Siria: Un Viaggio di 18 Ore con i Ribelli sulla Via di Damasco
In un contesto di incertezze e tensioni sempre crescenti, la Siria affronta una nuova fase di conflitto dopo l’offensiva dei ribelli di Hay’at Tahrir al-Sham (Hts) che ha riacceso il dramma umanitario nel Paese. A raccontarlo è Valeria Orsolano, responsabile in Siria di Fondazione Avsi, che descrive il drammatico viaggio di uno dei suoi operatori da Aleppo a Homs, un tragitto che, “in teoria, dovrebbe durare due ore e mezza”, ma che ha visto l’autista impiegare quasi 18 ore per raggiungere la sua destinazione.
Questo viaggio epico è avvenuto a tre giorni dall’entrata dei ribelli nella seconda cittĂ siriana, Aleppo. La testimonianza di Orsolano evidenzia un quadro allarmante: “Aggiornamenti ricevuti stamane indicano che se l’autostrada M5 resta sotto il controllo dei ribelli, l’altra via, che passa a est da Khanaser, non è piĂą nelle loro mani ma è contesa”. La situazione, quindi, è fluida e pericolosa.
Hay’at Tahrir al-Sham, un gruppo nato nel 2017 dall’esperienza di Jabhat al-Nusra, sta esercitando un’influenza crescente nel nord-ovest della Siria, sostenuta da rapporti con la Turchia. L’avanzata dei ribelli ha provocato un esodo di massa, con oltre 20.000 persone in fuga. La testimonianza di Orsolano conferma questo dramma: “Ad Aleppo abbiamo 11 membri dello staff, tutti di nazionalità siriana, costretti a rimanere in casa da tre giorni”.
Mentre le scuole, le universitĂ e gli uffici pubblici rimangono chiusi, i bancomat sono stati svuotati e la vita nelle strade di Aleppo è diventata un’oscillazione tra desolazione e paura. Le notizie di bombardamenti incombono: un recente raid aereo attribuito all’aviazione russa ha colpito il Collegio francescano Terra Sancta senza causare vittime, ma ha sollevato preoccupazioni per possibili attacchi futuri sui civili.
A Damasco, la situazione è leggermente più stabile, con Orsolano che conferma che “il fronte sembra essersi stabilizzato nelle campagne di Homs”. Tuttavia, la Fondazione Avsi e altre organizzazioni internazionali restano vigili. “Siamo pronti e attenti, ma non prevediamo di lasciare la Siria”, afferma con determinazione.
Le difficoltĂ operative sono palpabili; le attivitĂ di cooperazione e assistenza sono state fortemente compromesse dalla crisi attuale. La Mezzaluna Rossa siriana, tra l’altro, ha dovuto fermare le sue operazioni ad Aleppo, segno che la situazione sta rapidamente deteriorando. Le ONG che operano sul campo devono ora affrontare un’improvvisa interruzione dei loro progetti, mentre continuano a cercare di soddisfare le necessitĂ di una popolazione in crescente affanno.
Il panorama geopolitico si complica ulteriormente, con notizie di forze iraniane che, secondo alcune fonti, sarebbero entrate in Siria per supportare il regime di Bashar Al-Assad. La tensione cresce, e le alleanze si fanno fragili. Le posizioni di Hts sul rispetto delle vite civili sollevano interrogativi: “Dovremo vedere se si tratta di propaganda di guerra o meno”, conclude Orsolano, sottolineando l’incertezza che imperversa sugli sviluppi futuri.
In un conflitto che dura ormai da oltre un decennio, i siriani continuano a subire il peso delle guerre, delle alleanze strategiche e dei cambiamenti sul campo di battaglia, rimanendo nel mezzo di un conflitto che non sembra trovare una soluzione.