Solo 3 cittadini su 10 si presentano al referendum | L’indifferenza dei cosentini potrebbe rivelare un disinteresse profondo?

Referendum a Cosenza, affluenza al minimo storico: vince il "no"

COSENZA – Si è svolto nel fine settimana il referendum consultivo sulla fusione tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, ma l’affluenza alle urne è stata desolante. Solo un cittadino su quattro si è presentato ai seggi, con dati di partecipazione particolarmente critici nel capoluogo: a Cosenza ha votato meno del 20% degli elettori.

Nonostante il tema centrale del referendum fosse di grande rilevanza per la comunità – la proposta di unire i tre comuni in uno solo per ottimizzare i servizi e valorizzare il territorio – i cosentini hanno sostanzialmente disertato l’appuntamento elettorale. A livello complessivo, solo 24.964 cittadini hanno espresso il proprio voto, corrispondente al 26,01% degli aventi diritto.

Tra i comuni coinvolti, Castrolibero, seppur con una popolazione ridotta di poco più di 9.000 abitanti, ha registrato l’affluenza più alta, con il 44,78% degli elettori che si sono presentati ai seggi. Al contrario, a Cosenza, la percentuale di partecipazione è scesa al 19,12%, mentre a Rende, con oltre 36.000 abitanti, ha votato il 33,2% degli elettori.

I risultati del referato parlano chiaro: il "no" ha prevalso sul "sì" con un netto 58,23% contro il 41,02%. I cittadini di Rende e Castrolibero si sono dimostrati più scettici rispetto alla fusione, mentre a Cosenza si è registrato un supporto maggiore per l’unificazione. Tuttavia, la rilevanza di tali risultati è da considerarsi limitata, dato che il referendum era di natura consultiva e non vincolante.

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Pierluigi Caputo, ha commentato l’esito del referendum, evidenziando che "c’è stata una comunicazione sbagliata" e che è stato alimentato un clima di "terrorismo psicologico" attorno alla questione della fusione. Nonostante il risultato poco incoraggiante, Caputo ha ribadito l’importanza dell’obiettivo di unificazione, impegnandosi a continuare la discussione in merito e a valutare modi efficaci per procedere.

La bocciatura da parte della maggioranza dei cittadini di Cosenza e dei comuni limitrofi lascia aperti interrogativi sul futuro della fusione e sulla capacità degli amministratori locali di coinvolgere la popolazione in decisioni che, per quanto urgenti, risultano spesso lontane dalle loro reali preoccupazioni quotidiane.

In una fase storica in cui i comuni cercano innovazioni e strategie per attrarre cittadini e risorse, il referendum di Cosenza evidenzia un dissenso significativo e un’opportunità di riflessione per i dirigenti locali, chiamati a ripensare le proprie modalità di comunicazione e inclusione.