Inchiesta della Figc: un calciatore di Serie A non idoneo a giocare?
Roma – 3 dicembre 2024 – Un’allerta è scattata nel mondo del calcio italiano dopo le dichiarazioni rilasciate dal professor Ivo Pulcini, responsabile medico della Lazio, che ha rivelato di aver visitato un calciatore di spicco in Serie A, ritenendolo "non idoneo" a praticare il football professionistico. Questa informazione ha portato la Procura Federale della Figc ad avviare un’inchiesta per verificare la veridicità di queste affermazioni e per cercare di identificare il giocatore coinvolto.
"Nel 2019, io visitai un giocatore importantissimo, che adesso va per la maggiore" ha dichiarato Pulcini in un’intervista rilasciata al Messaggero. Secondo le sue affermazioni, il calciatore in questione ha poi ricevuto valutazioni da tre cliniche diverse, ma la Lazio ha insistito fortemente per il suo acquisto, nonostante le riserve avanzate dal dottore.
Questa situazione ricorda da vicino il caso di un altro calciatore, Bove, che aveva già sollevato preoccupazioni in merito alla salute degli atleti in Serie A. La Figc ha preso immediatamente sul serio la denuncia, creando un clima di incertezza che potrebbe avere ripercussioni significative sull’immagine del campionato.
Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha annunciato che ascolterà il dottor Pulcini per ottenere ulteriori dettagli su questa vicenda. L’indagine si propone di far luce su un tema delicato come la salute dei calciatori e le eventuali responsabilità delle società sportive nel garantire che i propri atleti siano realmente idonei a praticare sport a livello professionistico.
La questione solleva anche interrogativi sull’integrità delle pratiche di selezione e di gestione della salute dei calciatori, un aspetto cruciale per il futuro del calcio italiano. I professionisti del settore e i tifosi rimangono in attesa di ulteriore chiarezza in merito a questa inquietante dichiarazione e sull’identità del giocatore implicato.
In un contesto dove la salute degli atleti è prioritaria, questo episodio potrebbe segnare un importante punto di svolta nella gestione delle problematiche mediche legate al calcio professionistico.