Tajani: “A Gaza è ora di un cessate il fuoco ma non è genocidio”
In una dichiarazione che ha suscitato reazioni contrastanti, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha affermato che è giunto il momento di fermare le ostilità a Gaza, auspicando un cessate il fuoco. “Io posso non essere d’accordo con quello che fa l’esercito israeliano. È ora di fermarsi, è ora di arrivare al cessate il fuoco” ha dichiarato Tajani durante le celebrazioni per il 120° anniversario del Tempio Maggiore di Roma.
Il ministro ha poi affrontato il tema della definizione di genocidio, sostenendo che “non si tratta di genocidio a Gaza”. Tajani ha chiarito che i fondamenti del genocidio risiedono nella “predeterminazione e nella decisione”, riferendosi agli eventi che hanno innescato l’attuale conflitto. “Ricordiamo che è cominciato tutto con la caccia all’ebreo del 7 ottobre dello scorso anno”, ha sottolineato, richiamando la memoria storica di atti di violenza inaudita che ha caratterizzato gli attacchi.
L’intervento del ministro ha messo in luce una narrazione complessa della violenza in corso. “Non è stato un attentato, non è stato un bombardamento, non è stato un attacco militare: è stata una caccia all’ebreo casa per casa, persona per persona”, ha aggiunto, evidenziando l’intensità e la brutalità dell’assalto subito da innocenti durante l’episodio del 7 ottobre.
Le dichiarazioni di Tajani hanno sollevato interrogativi sulla posizione dell’Italia nei confronti del conflitto israelo-palestinese e sulla sua responsabilità diplomatica in un contesto così delicato. In un momento in cui le tensioni globali aumentano, e i richiami per un intervento internazionale si fanno sempre più pressanti, le parole del ministro evocano la necessità di una riflessione approfondita e di interventi mirati per tutelare i diritti umani.
Le reazioni alla sua affermazione varieranno, ma l’invocazione di un cessate il fuoco richiama l’urgenza di un dialogo orientato alla pacificazione, di fronte a una crisi che continua a colpire migliaia di persone innocenti.