La Corte Costituzionale della Romania invalida le elezioni presidenziali per ingerenze russe
ROMA – La Corte costituzionale della Romania ha preso una decisione scioccante, invalidando il primo turno delle recenti elezioni presidenziali. La motivazione? L’esistenza di "ingerenze russe" che avrebbero influenzato il processo elettorale.
La notizia ha fatto immediatamente il giro dei media romeni, trovando spazio in apertura su Adevarul e altri quotidiani della capitale. L’organo giudiziario ha stabilito che il voto, tenutosi il mese scorso, deve essere nuovamente svolto e ha fissato la nuova data per il 22 dicembre. Questo nuovo turno rappresenta un momento cruciale per la stabilità politica del paese.
Durante il primo turno, il candidato nazionalista Calin Georgescu si era posizionato in vantaggio, raccogliendo consensi tra coloro che lamentano la crescente influenza della NATO in Romania. Tuttavia, la Corte ha dovuto affrontare richieste di invalidazione basate su documenti di intelligence che suggeriscono significative ingerenze russe, principalmente attraverso l’uso di piattaforme social per manipolare l’opinione pubblica.
La decisione della Corte sottolinea la fragilità della democrazia romena e le crescenti preoccupazioni riguardanti l’interferenza straniera nei processi elettorali, in un contesto geopolitico sempre più teso. Le elezioni presidenziali potrebbero ora rappresentare un test fondamentale non solo per la Romania, ma anche per l’integrità delle elezioni in tutta la regione dell’Est Europa.
Mentre la Romania si prepara a ripetere il voto, rimane da vedere come i partiti politici e l’elettorato reagiranno a questa decisione storica, e quale sarà l’impatto di questa controversia sulla stabilità politica del paese nei mesi a venire.