Maxi manifestazione a Roma contro l’inceneritore di Santa Palomba: migliaia di cittadini in piazza
Roma, 7 dicembre 2024 – “Gualtieri, stiamo arrivando!“: sono state queste le parole gridate con fervore da migliaia di manifestanti che oggi hanno occupato le strade della capitale per protestare contro il progetto dell’inceneritore di Santa Palomba. L’impianto, destinato a trattare fino a 600mila tonnellate di rifiuti all’anno, ha acceso gli animi e innescato una mobilitazione di massa, con la partecipazione di cittadini, attivisti e diversi gruppi di interesse.
La manifestazione, organizzata dal “Coordinamento contro l’inceneritore”, ha visto il punto di incontro sotto la statua di Marco Aurelio, dove i partecipanti hanno portato in piazza simboli forti, tra cui una bara adornata con una corona in memoria dei “250 morti di Malagrotta”. L’atroce richiamo è stato accompagnato dalla presenza scenica di tre figure vestite da “Morte”, a rappresentare il rischio che questo progetto comporterebbe per la salute pubblica.
“A Gualtieri diciamo: siamo la polvere che volevi nascondere sotto il tappeto”, hanno urlato i membri del corteo, sottolineando il loro fermo rifiuto all’inceneritore. I manifestanti hanno chiesto anche l’eliminazione dei “poteri commissariali”, criticando la gestione attuale della questione dei rifiuti a Roma.
Tra le forze in campo, si sono unite realtà come l’Unione dei comitati contro l’inceneritore, il movimento Ecoresistenze e il collettivo No porto, evidenziando l’ampia convergenza di diverse voci contro il progetto. “Non vogliamo l’inceneritore perché questo impianto trasforma il rifiuto in un altro rifiuto,” ha dichiarato Giuseppe Galluzzi, uno dei portavoce del Coordinamento, mettendo in risalto i gravi limiti ecologici e sanitari del progetto.
Le preoccupazioni non si fermano qui: secondo Galluzzi, l’impianto genererebbe ben 150mila tonnellate di scorie e metterebbe in pericolo la già compromessa situazione idrogeologica dell’area, aggravando un problema che affligge il territorio. Le emissioni di anidride carbonica, ossido di zolfo e ossido di azoto, sono presentedi come un potenziale rischio per la salute dei residenti, specialmente considerando la vicinanza all’ex discarica di Malagrotta, dove l’incidenza tumorale è già più alta della media regionale.
“Dalla chiusura di Malagrotta nel 2013, questo Comune non ha fatto nulla per andare verso raccolta differenziata e riciclo,” ha concluso Galluzzi, criticando aspramente la gestione dei rifiuti a Roma. Le esperienze di altre città italiane, come Brescia e Acerra, vanno ad aggiungersi al panorama di allerta.
La mobilitazione di oggi rappresenta non solo un segno di disobbedienza civica, ma anche un richiamo forte e chiaro alla necessità di una gestione più sostenibile e attenta alla salute dei cittadini. La battaglia contro l’inceneritore di Santa Palomba continua e si preannuncia lunga e densa di conflitti.