Chiara Tramontano racconta la verità sul suo trauma | Perché la giustizia non sempre consola?

Chiara Tramontano parla a ‘Verissimo’: “Ho temuto che l’ergastolo per Impagnatiello non arrivasse”

In un toccante intervento a ‘Verissimo’, Chiara Tramontano ha condiviso il profondo dolore che lei e la sua famiglia stanno vivendo a causa della tragica perdita della sorella Giulia. La giovane madre, uccisa brutalmente dal compagno Alessandro Impagnatiello, ha toccato il cuore del pubblico raccontando come affronta la sofferenza quotidiana.

“Una giusta sentenza, che porta a tirare un sospiro di sollievo”. Queste le parole di Chiara dopo che l’assassino di sua sorella è stato condannato all’ergastolo. In un momento che ha suscitato emozione, ha esternato le sue paure, confessando: “Ho temuto che l’ergastolo non arrivasse”. Una sentenza che, pur portando un senso di giustizia, non riesce a cancellare il dolore di una perdita così straziante.

Chiara ha descritto il percorso di movimenti emotivi che attraversa la sua famiglia: “La vita diventa un alternarsi del giorno e della notte”. Ha sottolineato la fragilità dei suoi genitori, che si trovano all’interno di questo fiume in piena chiamato vita, sempre più difficile da navigare. “Sono fragili, insicuri”, ha affermato, “e proprio come una barca di carta sono trasportati dalla corrente della tragedia”. Un’immagine forte che riflette la vulnerabilità e la devastazione che il loro dolore ha portato.

Parlando di Impagnatiello, Chiara ha espresso il suo disprezzo, definendolo “impassibile” e quasi disumanizzandolo: “Raramente lo definisco uomo, perché come può il concetto di umanità essere associato a una tale persona?”. Ha esaminato il distacco tra la sua percezione dell’umanità e l’atrocità commessa dal suo assassino. “So che non sono l’unica sorella che sta soffrendo in Italia”, ha concluso, “spero di non essere la sola nei prossimi anni, ma noi non siamo questo”.

La sua testimonianza si fa portavoce non solo di un singolo dolore, ma di un problema più ampio che coinvolge la società odierna. “Non so come sia possibile che l’anima di mia sorella, che era una persona così sensibile, non abbia potuto vedere il male che c’era in quest’uomo”. Chiara esprime il desiderio che le sue parole possano risuonare e consolare chi si trova in situazioni simili, sottolineando l’importanza di essere attenti ai segnali e alle esigenze altrui.

In un clima carico di emozione, l’intervista ha messo in luce non solo il dolore di Chiara e della sua famiglia, ma anche un’inquietante riflessione sui legami tra sensibilità e vulnerabilità, portando a una consapevolezza collettiva sul dramma della violenza di genere.