Un killer in cerca di storie da raccontare | Come un giovane ingegnere è passato da studente modello a criminale spietato

"A 20-30 anni fa qualcosa che potrai raccontare ai tuoi figli”: le inquietanti riflessioni di Luigi Mangione

ROMA – "Quando hai 20 o 30 anni, fai alcune cose che un giorno sarai felice di raccontare ai tuoi figli": questa è una delle provocatorie affermazioni pubblicate da Luigi Nicholas Mangione sul suo profilo X, ora al centro dell’attenzione dopo la sua incriminazione per l’omicidio del CEO di United Healthcare, Brian Thompson.

Le frasi condivise da Mangione trasmettono un messaggio che riflette un’ideologia complessa, un invito a "sporcarsi le mani" nella vita, un appellarsi a un’avventura che alla fine si è trasformata in un crimine drammatico. Questa distorsione di un invito alla vita attiva lascia sgomenti e fa sorgere interrogativi profondi sulla sua persona e sui valori che ha assimilato.

Il profilo di Mangione si presenta come un mosaico di influenze e contraddizioni. Giovane benestante e colto, con una formazione ingegneristica, inizia a manifestare un disprezzo per le figure contemporanee come Elon Musk, definendolo un “livellatore”, e riporta le parole di influencer e psicologi. Tra le varie citazioni, spicca quella di Sahil Bloom, che invita i giovani a costruire storie da raccontare. Un consiglio che, post-evento, suona tanto ironico quanto tragico.

Il suo amore per la lettura si traduce in un interesse per saggi sulla società contemporanea. "Qual è il nostro problema?" di Tim Urban è uno dei titoli che ha citato, evidenziano un tentativo di autoanalisi e comprensione del mondo moderno. Un altro libro significativo nella sua riflessione è "The anxious generation" di Jon Haidt, che esplora l’impatto dei new media sulla salute mentale dei giovani. Questa ricerca di conoscenza sembra contrastare profondamente con il suo atto finale, in evidente conflitto con la sua formazione intellettuale.

Uno dei temi ricorrenti nel suo profilo è la nostalgia per un passato glorioso come quello dell’impero romano. Mangione cita il disegno di Thomas Cole, "La distruzione dell’impero Romano", per riflettere sull’ascesa e la caduta delle civiltà. L’insinuazione che "quello che è successo sia da lezione per il mondo di oggi" suggerisce una visione apocalittica e, in qualche modo, profetica del suo stato d’animo. Se davvero avesse imparato da questa “lezione”, ci si chiede se egli stesso non avrebbe potuto evitare di trovarsi sulla via della perdizione.

In un mondo in cui le idee e le parole possono facilmente distorcersi, la storia di Luigi Mangione si presenta come un monito. Un giovane che, pur avendo avuto accesso a conoscenze e saggi, ha scelto una via di violenza, mettendo in discussione il valore delle storie che avrebbe voluto raccontare e, soprattutto, il modo in cui le racconta.