Decreto "Salva Casa": nuove opportunità per la regolarizzazione edilizia
ROMA – Il recente decreto "Salva Casa" offre una soluzione per tutti quei cittadini che si trovano a fronteggiare lievi difformità tra le proprie unità immobiliari e i progetti edilizi approvati in passato. La nuova normativa, introdotta per semplificare il processo di accertamento di conformità, si propone di chiarire il rapporto tra le normative urbanistiche e quelle edilizie, dando così la possibilità di sanare situazioni disparate legate a lavori preesistenti non esattamente conformi.
Massimo Cerri, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, ha spiegato durante un’intervista all’agenzia Dire che il decreto "interviene in quei casi in cui, avendo ottenuto un permesso a costruire o una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), si sono verificate lievi difformità non registrate". L’accento è posto sulla semplificazione dell’accertamento di conformità, che dovrà rispettare le norme vigenti al momento della realizzazione della difformità e quelle attuali, soprattutto in caso di opere collocate in zone sismiche.
Tra i principali punti del decreto ci sono anche le tolleranze costruttive e le modalità di accertamento della conformità urbanistica ed edilizia. Inoltre, Cerri ha evidenziato semplificazioni significative, come la possibilità di installare vetrate amovibili attraverso un procedimento di edilizia libera. Tuttavia, il presidente ha avvertito della necessità di prestare attenzione alle normative regionali e comunali, specialmente per quanto riguarda i cambi di destinazione d’uso degli edifici.
Ma cosa succede se un cittadino ha già realizzato un edificio senza il permesso a costruire? In questo caso, il "Salva Casa" impone il rispetto della "doppia conformità", che richiede che la realizzazione dell’opera si adegui sia alle normative urbanistiche vigenti al momento della costruzione che a quelle attuali. Questa procedura può risultare complessa e richiede l’assistenza di un tecnico per attestare la data di realizzazione e la conformità normativa.
Tuttavia, non tutte le disposizioni del decreto sono immediatamente attuabili. Cerri ha infatti fatto notare che, per esempio, la deroga ai limiti dimensionali minimi per i monolocali e bilocali richiede ancora l’emissione di linee guida da parte del governo. Attualmente, i requisiti per un monolocale sono di almeno 28 mq e 38 mq per un bilocale, mentre il decreto prevede misure minori: rispettivamente 20 e 28 mq. Questo implica che la piena attuazione della normativa dipenda dalla collaborazione tra le istituzioni e le amministrazioni locali.
Un elemento cruciale da tener presente riguarda le responsabilità degli ingegneri e dei tecnici coinvolti. "Gli ingegneri sono pronti per affrontare questa sfida", ha affermato Cerri, sottolineando l’importanza di un processo documentale trasparente, in grado di sostituire le consuete procedure testimoniale. L’attività professionale dei tecnici sarà fondamentale per garantire che ogni dichiarazione sia veritiera, poiché assumono responsabilità significative nell’attestazione della conformità.
Infine, il presidente ha espresso preoccupazione riguardo al possibile impatto del nuovo approccio sul silenzio-assenso, che potrebbe mettere a dura prova gli uffici comunali, già provati da una carenza di personale tecnico. Con l’introduzione di scadenze più brevi per le valutazioni, i piccoli comuni potrebbero trovarsi in difficoltà nel gestire un afflussoAnche concludendo che necessitano di un’adeguata preparazione e attenzione da parte dei tecnici.
In conclusione, il decreto “Salva Casa” rappresenta un’opportunità per molti proprietari di immobili che desiderano regolarizzare piccole difformità: un passo avanti verso una maggiore semplificazione del settore edilizio, ma che richiede un’accurata attuazione e monitoraggio da parte delle istituzioni e dei professionisti coinvolti.