Bufera sugli aumenti degli stipendi ai ministri non parlamentari: le opposizioni si scatenano
Roma, 15 dicembre 2024 – È scoppiata una vera e propria polemica attorno all’emendamento presentato in Commissione Bilancio che prevede un aumento degli stipendi per 17 membri del governo che non siedono in Parlamento. Questo provvedimento riguarderebbe otto ministri e undici tra viceministri e sottosegretari, i quali vedrebbero incrementata la loro retribuzione di circa 7.193 euro al mese, insieme ad un rimborso di 1.200 euro annui per spese di viaggio.
Tra i ministri interessati all’aumento figurano nomi noti come Guido Crosetto (Difesa), Andrea Abodi (Sport), e Giuseppe Valditara (Istruzione). L’obiettivo dichiarato di questo ‘ritocco retributivo’ è quello di equiparare le loro retribuzioni a quelle dei colleghi parlamentari.
Tuttavia, l’iniziativa è stata aspramente criticata dall’opposizione, che la definisce un "regalo di Natale" per pochi privilegiati in un contesto in cui molte altre categorie di lavoratori attendono risposte concrete su temi come il salario minimo.
Le reazioni di governo e opposizione
Seppur alcuni elementi del governo abbiano deciso di mantenere il silenzio su questo tema scottante, altri non hanno esitato a esprimere le loro opinioni. Guido Crosetto, in particolare, ha commentato: “Mi è indifferente, ma quei parlamentari che criticano queste cifre mi fanno sorridere”. La sua affermazione ha sollevato però interrogativi sulla priorità del governo rispetto al benessere economico dei cittadini.
Giuseppe Valditara, al contrario, ha declinato di usufruire dell’aumento, affermando: “Non intendo utilizzare questa opportunità”, mentre Andrea Abodi ha sottolineato l’importanza del dibattito, pur scegliendo di non entrare nel merito della questione polemica.
Dall’altro lato, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sottolineato il contrasto tra gli aumenti previsti per i ministri e la mancata approvazione del salario minimo: “Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l’altra bloccano il salario minimo. Che non si dica che questo Governo non sa scegliere le priorità…”.
Il quadro generale e le critiche
Le dichiarazioni di opposizione continuano con Giuseppe Conte che ha accusato la maggioranza di “gettare la maschera”. Il leader dei Cinque Stelle ha stigmatizzato l’apparente paradosso tra l’aumento degli stipendi di pochi e il rifiuto di misure più popolari e necessarie, come l’adeguamento delle pensioni minime.
Anche Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde, ha aggiunto la sua voce critica, evidenziando che il governo sembrerebbe favorire i più forti e negare a milioni di italiani le basi economiche per vivere dignitosamente.
La posizione di Palazzo Chigi e futura incertezze
La situazione si complica ulteriormente con l’assenza di una posizione ufficiale da parte di Palazzo Chigi, che necessita di chiarire che l’emendamento non è stato concepito dalla Presidenza del Consiglio, ma deriverebbe da pressioni parlamentari. Alcuni ministri hanno appreso della misura dai media, il che ha generato ulteriore confusione e frustrazione.
A detta di fonti del Ministero dell’Economia, la questione era dibattuta da tempo e l’attuale soluzione adottata è stata descritta come “la meno dispendiosa”. Tuttavia, l’intensificarsi della pressione mediatica e le critiche provenienti da tutti i fronti potrebbero indurre il governo a riconsiderare l’emendamento, rischiando di infiammare ulteriormente un clima già molto teso.
Con le polemiche pronte a proseguire nei prossimi giorni, resta da vedere quali saranno le conseguenze di questa iniziativa sul governo e sulla fiducia dei cittadini.