Due petroliere russe affondano nel Mar Nero: il rischio di un disastro ecologico è concreto
Roma – Un grave incidente marittimo nel Mar Nero ha coinvolto due petroliere russe, recentemente affondate a causa di una tempesta, con il trasporto di oltre 4.000 tonnellate di combustibile a bordo. Il disastro ambientale che potrebbe derivarne preoccupa le autorità e gli esperti di sicurezza marittima.
Il primo naufragio ha colpito la petroliera Volgoneft-212, che si è spezzata in due dopo essere stata investita da un’onda gigantesca. Video amatoriali mostrano la prua della nave sporgere verticalmente dall’acqua, un chiaro segnale della gravità della situazione. L’incidente è avvenuto al largo della costa orientale della Crimea occupata, a meno di sei miglia dallo stretto di Kerch.
Ma la crisi non si è fermata qui. Poco dopo il primo affondamento, anche la petroliera Volgoneft-239 ha avuto problemi e, purtroppo, anch’essa è andata a fondo nella stessa area. Con 4.300 tonnellate di olio combustibile pesante di bassa qualità, noto come mazut, in pericolo di dispersione, i timori di un disastro ecologico aumentano giorno dopo giorno.
Le operazioni di soccorso sono state avviate dalle autorità russe, che hanno mobilitato rimorchiatori e un elicottero Mil Mi-8 per cercare di salvare i tredici membri dell’equipaggio del Volgoneft-212. Tuttavia, la situazione è complicata dalla precarietà delle due imbarcazioni, entrambe molto datate. Il Volgoneft-212, ad esempio, aveva 55 anni e, nonostante fosse stato recentemente ristrutturato, la riunione delle sue sezioni, effettuata attraverso una saldatura al centro, ha ceduto sotto la forza della tempesta.
Questo evento solleva interrogativi sulla sicurezza della navigazione delle navi anziane, in particolare quando trasportano sostanze pericolose. Con gli ecosistemi marini già fragili e le normative ambientali sempre più rilevanti, il rischio di una catastrofe ecologica non può essere sottovalutato.
Le conseguenze di questi affondamenti potrebbero estendersi ben oltre la semplice perdita di carburante, colpendo la fauna e la flora marina e compromettendo le economie locali, già messe a dura prova dai conflitti e da altri disastri naturali.
La situazione resta critica e assiste a uno sviluppo continuo, mentre emergono appelli per un monitoraggio intensificato delle operazioni di salvataggio e la speranza che le autorità trovino soluzioni tempestive per mitigare un possibile disastro ecologico.