Brescia si sveglia con un brutto colpo al cuore: svastiche imbrattano la città dopo il corteo neonazista
BOLOGNA – La città di Brescia si risveglia oggi con una notizia disturbante: numerose svastiche sono state tracciate su muri e monumenti simbolici, inclusi luoghi di grande rilevanza storica come la celebre piazza della Loggia. Questi atti di vandalismo giungono a pochi giorni dal controverso corteo neofascista che ha percorso le strade della capitale lombarda.
Le svastiche, simbolo di un passato oscuro, sono apparse in vari punti nevralgici della città, come sulla facciata laterale dell’istituto Gambara e sulla fontana di via Trieste. Ma è nei pressi della piazza della Loggia, il luogo della strage del 28 maggio 1974 in cui persero la vita otto persone, che la loro presenza risuona con un’eco ancor più inquietante. Qui, è stato deturpato anche il basamento della statua della Bella Italia, un atto che non può passare inosservato.
L’uscita di questi simboli nazifascisti è particolarmente significativa, in quanto è avvenuta solo pochi giorni dopo il corteo neofascista del 13 dicembre, dove hanno sfilato diverse organizzazioni di estrema destra, accompagnate da slogan provocatori come "Brescia è nostra e ci appartiene". Tra le sigle che hanno partecipato all’evento si possono annoverare CasaPound, Nazionalisti Camuni e Veneto Fronte Skinheads, creando una tensione palpabile nella città.
Il senatore bresciano Alfredo Bazoli (PD) ha commentato l’accaduto, definendolo un "pericoloso tentativo di alzare la tensione". Bazoli ha sottolineato il valore di una Brescia civile e democratica, esprimendo la convinzione che tali atti non riescano a distogliere i cittadini dai valori di rispetto, giustizia e inclusione.
Sull’argomento si è espresso anche il deputato Gian Antonio Girelli (PD), il quale ha evidenziato l’importanza che anche i partiti di centrodestra prendano una posizione chiara contro questi episodi di odio e divisione. Girelli ha descritto quanto accaduto come un segnale preoccupante, in netto contrasto con i valori storici della città.
Anche Emilio Del Bono, ex sindaco di Brescia e attuale vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia, ha sollevato interrogativi su chi possa essere responsabile di tali vandalismi e ha difeso la necessità di una reazione decisa e unanime contro questi gesti provocatori.
La senatrice Mariastella Gelmini (Noi Moderati-Centro Popolare) ha descritto le svastiche come un "ennesimo oltraggio" a Brescia e alla sua comunità, che non si farà intimidire da un clima di odio inaccettabile. Ha sottolineato l’importanza di non lasciare che la storia venga riscritta da chi cerca di riportare indietro le lancette.
Infine, Paola Pollini, consigliera regionale e presidente della Commissione regionale Antimafia, ha chiesto una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, esprimendo preoccupazione per una deroga che deve essere immediatamente fermata.
Mentre la città di Brescia affronta questa sfida, è evidente che la risposta della comunità e delle istituzioni sarà cruciale per preservare la memoria storica e i valori democratici. La ferma condanna di tali atti di vandalismo rappresenta un passo fondamentale per garantire un futuro di unità e inclusione.