“A Gaza è in corso un genocidio”: la denuncia di Medici Senza Frontiere
Un nuovo report di Medici Senza Frontiere (Msf), pubblicato il 19 dicembre 2024, lancia un allarme severo e inquietante: “Gaza è una trappola mortale”. L’organizzazione denuncia con dettagli inconfutabili le azioni belliche dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, a partire dal 7 ottobre 2023, in seguito all’aggressione da parte di Hamas e altri gruppi alleati.
Secondo il report di Msf, oltre 45.000 persone sono state uccise e il sistema sanitario è al collasso. I dati raccolti parlano di 41 attacchi e incidenti violenti contro il personale dell’organizzazione, così come di 17 evacuazioni di ospedali o cliniche. In un contesto già critico, meno della metà dei 36 ospedali della regione riesce a funzionare, anche se solo parzialmente. Msf ha registrato 27.500 visite mediche per feriti di guerra e effettuato 7.500 interventi chirurgici, mentre l’accesso agli aiuti umanitari è drasticamente diminuito: solo 37 camion di aiuti al giorno entrano a Gaza, rispetto ai 500 precedenti alla guerra.
In un contesto di devastazione, “non c’è luogo sicuro, né via di uscita da un’enclave distrutta”, avverte Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, che ha visitato la zona all’inizio dell’anno. Lockyear sottolinea come le forze israeliane stiano mirando all’intera popolazione civile, portando a “chiare evidenze di pulizia etnica”, con palestinesi costretti a sfollarsi e subire bombardamenti incessanti.
“Evidenze di genocidio” è l’espressione nel report che descrive in modo preoccupante la situazione attuale. Le testimonianze raccolte dal campo documentano uccisioni di massa e un gravissimo degrado delle condizioni di vita, con un alto numero di feriti e sfollati. Lockyear afferma: “Le nostre équipe mediche hanno assistito a una devastazione innegabile”, con situazioni di vita impossibili per coloro che rimangono intrappolati nei bombardamenti.
L’ong reiterate il suo appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo, esortando gli Stati, e in particolare gli alleati di Israele, a smettere il sostegno incondizionato a Tel Aviv e a rispettare i loro obblighi di prevenzione del genocidio. A sottolineare la gravità della situazione, Human Rights Watch ha recentemente accusato Israele di aver “tagliato” l’acqua potabile a Gaza, qualificando questo atto come un potenziale crimine contro l’umanità.
Infine, il report di Msf arriva dopo un anno dalla richiesta della Corte Internazionale di Giustizia, che ha sollecitato misure immediate per garantire la fornitura di servizi e assistenza umanitaria essenziali ai palestinesi nella Striscia di Gaza. Purtroppo, Msf sottolinea che l’Israele non ha intrapreso alcuna azione significativa per rispettare questo ordine, bensì ha intensificato gli ostacoli all’assistenza umanitaria.
La comunità internazionale è chiamata a prendere posizione in questo delicato contesto, affinché la vita dei cittadini di Gaza non sia più ignorata e venga finalmente ripristinato il rispetto per i diritti umani fondamentali.