Attentatore psichiatra anti-Islam | Come un uomo “integrato” ha trasformato la sua vita in un incubo collettivo?

Strage di Magdeburgo: due morti e quasi 70 feriti, l’attentatore è un psichiatra radicalizzato

ROMA – La Germania è sotto choc per l’attentato di ieri sera al mercatino di Natale di Magdeburgo, dove un uomo alla guida di una Bmw scura si è lanciato a folle velocità sulla folla, uccidendo due persone, tra cui un bambino. I feriti sono quasi 70. Oggi arriveranno a Magdeburgo il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la ministra dell’Interno Nancy Faeser.

L’attentatore, Taleb Hussein Al Abdulmohsen, è un medico psichiatra di 50 anni, arrivato in Germania nel 2006 con un permesso di soggiorno permanente dall’Arabia Saudita. Nel 2016, Al Abdulmohsen aveva ottenuto lo status di rifugiato. Sebbene fosse uno specialista in psichiatria e psicoterapia, viveva a Bernburg e non era precedentemente noto come islamista.

Secondo le informazioni fornite dalla polizia, l’uomo ha agito da solo, definito come un “lupo solitario”. Al Abdulmohsen avrebbe noleggiato l’auto utilizzata per l’attentato poco prima di lanciarsi, procedendo a folle velocità lungo un tragitto di 400 metri e zigzagando tra i banchi del mercatino, direzione municipio. I testimoni hanno riferito di aver visto l’auto rallentare, per poi vederlo scendere e inginocchiarsi.

La radicalizzazione dell’attentatore sembra avere radici profonde. Secondo varie fonti, Al Abdulmohsen era anti-Islam e si sentiva perseguitato, accusando i tedeschi di non proteggere i critici dell’Islam. Pochi giorni prima dell’attacco, ha pubblicato video su X (ex Twitter), in cui esprimeva il suo malcontento riguardo al trattamento riservato ai richiedenti asilo e parlava del suo passato come rifugiato, sostenendo che le autorità tedesche avessero “aperto la sua posta” e rubato oggetti personali.

Sui suoi profili social, spiccavano tweet a favore del partito anti-immigrazione tedesco AfD e riferimenti a figure controverse come Elon Musk, Tommy Robinson e Alex Jones. Sulla biografia del suo account di X, si leggeva: “La Germania vuole islamizzare l’Europa”, accompagnato da un’immagine di un fucile mitra.

La domanda più pressante resta: come è possibile che nessuno si sia accorto della radicalizzazione di un professionista che, all’apparenza, conduceva una vita normale? Nessuno dei suoi conoscenti ha notato segnali premonitori delle sue convinzioni estremiste?

Questa tragica vicenda rimette in discussione non solo la sicurezza nei contesti pubblici, ma anche la capacitĂ  delle istituzioni di individuare segnali di radicalizzazione tra coloro che, come Al Abdulmohsen, possono sfuggire ai controlli. Con il paese in lutto, si attende una risposta chiara su come prevenire futuri atti di violenza di questo tipo.