Fernanda Santorsola, la prima donna a Capo di una Squadra Mobile in Italia, presenta il suo libro autobiografico
In un evento che celebra la storia e la determinazione di una delle figure più significative della Polizia di Stato italiana, Fernanda Santorsola ha recentemente donato il suo libro autobiografico titolato "La rivincita della memoria… quando Eva sfidò Adamo ed entrò in Polizia". A 91 anni, la Santorsola si rivela non solo una pioniera nel suo campo, ma anche una fonte di ispirazione per le generazioni future.
La cerimonia di consegna del libro si è tenuta presso l’abitazione di Fernanda, circondata da una "squadra" di colleghi e amici che le hanno mostrato il loro affetto con un mazzo di fiori. Presenti anche il Commissario Capo Daniela Iscaro e Giovanni Aguzzi, Presidente della Sezione dorica dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, che hanno portato i saluti e le congratulazioni del Questore Cesare Capocasa e del Presidente Nazionale dell’A.N.P.S. Michele Peternoster.
Il libro non si limita a un resoconto delle sue esperienze lavorative, ma offre un concentrato di ricordi, arricchiti da immagini e articoli di giornale che attestano il contributo di una donna in un contesto professionale dominato da uomini. La narrazione di Fernanda dimostra come, nonostante le difficoltà, sia riuscita a mantenere alto il senso del dovere, guadagnandosi rispetto e riconoscimenti all’interno della Polizia di Stato e nella società civile.
Nata in Puglia e laureata in Giurisprudenza, Santorsola ha intrapreso la sua carriera nella Polizia Femminile all’inizio degli anni ’60, affrontando inizialmente le reticenze della sua famiglia per la sua scelta di vita. Dopo aver superato un difficile concorso, la sua prima destinazione fu la Questura di Brindisi, seguita successivamente da Ancona, dove ha dedicato la sua carriera alla lotta contro i reati, in particolare quelli legati alla prostituzione e ai minorenni.
Un capitolo significativo della sua carriera è rappresentato dal caso del "mostro di Marsala", dove la sua intuizione investigativa si rivelò decisiva per arrestare un assassino. Aiutò a riaprire un’indagine che sembrava senza sbocchi, portando all’arresto dello zio di una delle vittime grazie a un lungo interrogatorio che richiese doti di ascolto, empatia e pazienza.
Nel 1992, Fernanda è stata nominata Capo della Squadra Mobile di Ancona, un importante traguardo che la rese la prima donna a ricoprire un ruolo così prestigioso in Italia. In questa posizione, ha coordinato operazioni significative contro organizzazioni criminali e ha ricevuto ampi riconoscimenti dai media.
Tra le sue operazioni più memorabili, la cattura di un latitante sardo e il fermo di tre fratelli coinvolti in un tentativo di ricettazione di monete antiche. Oltre al suo operato nel campo della giustizia, il suo impegno sociale si è manifestato tramite la fondazione della Soroptimist International Club di Ancona, un’associazione dedicata al miglioramento delle condizioni femminili e alla promozione dei diritti umani.
Dopo il pensionamento, ha continuato a servire la comunità come Giudice di Pace presso il Tribunale di Ancona. Il suo libro, dunque, non è solo un racconto di carriera, ma un tributo alla memoria e alla lotta delle donne nel settore della giustizia, un faro per chi desidera seguire le sue orme e sfidare le convenzioni.