‘Ndrangheta al Nord: 80 imprese interdette in una regione che sorprende | Perché il fenomeno continua a crescere nonostante i controlli?

‘Ndrangheta in affari al Nord: a Reggio Emilia interdette 80 imprese nel 2024

Reggio Emilia, 28 dicembre 2024 – La presenza della ‘ndrangheta nel settore edile del Nord Italia continua a destare preoccupazioni significative. Nel corso del 2024, il numero delle imprese edili sottoposte a interdittiva antimafia nella provincia di Reggio Emilia ha raggiunto quota 80. Questo dato, che si inserisce in un quadro già allarmante, si accompagna al numero totale di 144 interdittive emesse negli anni precedenti, un valore che supera le statitische di alcune città del Sud Italia.

“Le aziende edili vengono spesso gestite da famiglie imparentate tra loro e mantengono collegamenti con altre imprese legate alla criminalità organizzata”, ha dichiarato Maria Rita Cocciufa, Prefetta di Reggio Emilia, in un’intervista recente rilasciata a Tv7. La necessità di vigilare su tutte le aziende coinvolte nei progetti finanziati dal PNRR – per un budget complessivo di 1 miliardo e 400 milioni di euro – è diventata cruciale. La Prefetta ha chiarito che la distinzione tra aziende sane e quelle inaffidabili è una priorità per la salvaguardia dei fondi pubblici.

Un fenomeno radicato nella struttura economica del Nord

Un’ulteriore analisi del fenomeno è stata fornita da Gaetano Paci, Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia. “La ‘ndrangheta nel nord e in Emilia è una componente strutturale del sistema economico”**, ha affermato. Questa dichiarazione evidenzia come la criminalità organizzata abbia una persona dura e persistente nella regione, condizionando non solo il mercato delle costruzioni, ma interi settori economici.

Un caso emblematico è rappresentato dalla recente scarcerazione di Antonio Gualtieri, vice boss del clan di Cutro. Dopo aver scontato 12 anni di pena, è stato nuovamente arrestato solo due settimane dopo la sua liberazione. Questo episodio sottolinea l’emergenza legata ai legami tra imprenditoria e criminalità organizzata.

Un colpo duro al consorzio Edilgest

La Prefettura di Reggio Emilia ha collocato in black list il consorzio Edilgest, composto da 160 soci e ben 16 imprese interdette, una mossa che rappresenta un vero e proprio terremoto nel panorama imprenditoriale locale. Gli imprenditori calabresi coinvolti hanno tentato di opporsi a tali misure, costituendo un’associazione, CLM, dedicata alla lotta contro le mafie, e cercando di distaccarsi da ogni possibile collegamento con pratiche illecite. “Si può sbagliare”, ammettono, ma chiariscono che “non ci sono legami con la ‘ndrangheta”.

Nonostante queste dichiarazioni, la prefetta Cocciufa ha ribadito che non si tratta di un pregiudizio, bensì di una constatazione della realtà: “La maggior parte delle aziende raggiunte da interdittive sono di titolari calabresi, molti dei quali provengono da famiglie di ‘ndrangheta”.

La storia di questa piaga criminosa in Emilia-Romagna è testimoniata dal maxi processo Aemilia, che ha visto coinvolti 87 imputati e ha portato a centinaia di anni di carcere per membri del clan Grande Aracri di Cutro.

Conclusioni

La lotta contro la ‘ndrangheta in Emilia-Romagna non è solo una questione di giustizia, ma una necessità per garantire la salute economica della regione. Con un numero crescente di interdittive e un sistema di prevenzione sempre più attento, le istituzioni italiane sembrano pronte a combattere un fenomeno che richiede un impegno continuo e una strenua determinazione per evitare che il tessuto sociale ed economico venga ulteriormente corrotto.