La Cassazione: “La valutazione dei Paesi sicuri spetta ai ministri”
Roma – Nella giornata di ieri, la Corte di Cassazione ha emesso un’importante ordinanza interlocutoria riguardante la questione della designazione dei Paesi di origine sicuri. La Corte ha affermato che questa responsabilitĂ ricade esclusivamente sul Governo italiano, e in particolare sul Ministro degli Affari Esteri e sugli altri Ministri competenti. Questa sentenza arriva in un momento cruciale, mentre l’attenzione è rivolta anche alla pronuncia della Corte di Giustizia Europea, attesa per il 25 febbraio 2025, che potrebbe ulteriormente influenzare le politiche migratorie in Italia.
La Cassazione ha chiarito che spetta ai giudici verificare caso per caso la sicurezza del Paese designato, tenendo conto di eventuali circostanze personali del richiedente. Questo significa che, nonostante il Governo possa stabilire una lista di Paesi considerati "sicuri", i singoli casi devono essere valutati con attenzione, e talune situazioni possono impedire l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera.
IL RUOLO DEI GIUDICI
L’ordinanza ha sottolineato che, sebbene i giudici non possano sostituirsi al Governo nella designazione dei Paesi, hanno il dovere di assicurarsi che tale decisione non sia "manifestamente irragionevole" e non contrasti con le normative europee. Questo ribadisce l’importanza di un equilibrio tra le prerogative esecutive e la tutela dei diritti dei richiedenti asilo, evidenziando che il trattenimento di un migrante non può essere applicato se ci sono "gravi motivi" che rendono il Paese di origine insicuro.
LE REAZIONI POLITICHE
La decisione della Cassazione ha suscitato reazioni diverse nel panorama politico italiano. Il Governo ha espresso il proprio sostegno alla sentenza, con Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha affermato: “Finalmente con il deposito dell’ordinanza auspichiamo di mettere a tacere le chiacchiere della sinistra”. Nel corso di una dichiarazione, Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ha evidenziato che il potere di determinare la sicurezza dei Paesi spetta in via esclusiva al governo.
Nicola Molteni, sottosegretario al Ministero dell’Interno, ha sottolineato i risultati ottenuti dal governo in materia di politiche migratorie, tra cui una significativa riduzione del 58% degli sbarchi e un incremento del 20% nei rimpatri rispetto all’anno precedente.
Magi (+Europa): “Compito del giudice verificare compatibilità con norme UE”
Dall’opposizione, tuttavia, le critiche non sono mancate. Riccardo Magi, segretario di PiĂą Europa, ha contestato un’interpretazione troppo trionfalistica da parte del governo. “Nessuno ha mai voluto privare il potere politico di stilare la lista dei Paesi sicuri," ha affermato, per poi aggiungere che spetta comunque al giudice accertarsi della sicurezza del Paese e della conformitĂ delle decisioni governative alle normative europee. Magi ha infine criticato l’approccio del Governo Meloni in merito ai centri di detenzione per migranti in Albania, definendoli “cattedrali nel deserto”.
LA PALLA PASSA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
In attesa della sentenza della Corte di Giustizia Europea, il dibattito sulle politiche migratorie italiane si intensifica. L’ordinanza della Cassazione ha consolidato il principio che il Governo è responsabile della designazione dei Paesi sicuri, pur mantenendo il ruolo fondamentale dei giudici nella protezione dei diritti individuali. Con posizioni politiche ancora polarizzate, il futuro delle politiche migratorie italiane rimane in sospeso, con la speranza di un chiarimento dal livello europeo nei prossimi mesi.