30 coltellate e un sorriso inquietante | la sorprendente storia di un’esperienza di morte che ha sorpreso tutti

Un racconto di orrore e coraggio: Martina Voce sopravvive a un’aggressione da incubo

ROMA – Un martedì mattina di dicembre si è trasformato in un incubo per Martina Voce, una giovane donna di 25 anni, che ha subito un’aggressione a scopo omicida da parte del suo ex fidanzato norvegese a Oslo. “Rideva mentre mi accoltellava, sono caduta nel mio sangue”, ha dichiarato Martina, raccontando a Repubblica la terribile esperienza vissuta il 22 dicembre.

Martina si trovava fuori da un negozio, intenti a liberarsi di alcune cose, quando ha incontrato Mohit Kumar, il suo aggressore di 24 anni. “Mi ha chiesto se avevo ancora un ragazzo. Gli ho risposto di farmi i fatti miei”, ricorda, rendendo evidente quanto la situazione fosse già tesa. Una volta entrata nel negozio, l’atmosfera è rapidamente degenerata. “All’altezza delle casse mi ha tirato una coltellata da dietro”, racconta, descrivendo un attacco che è diventato progressivamente più feroce.

Durante l’aggressione, Martina ha visto una donna presente nella scena avvertire il pericolo. “Ho cercato di scappare e mi ha colpito di nuovo da dietro, alla schiena e sulla nuca”, spiega. La descrizione dell’aggressione è agghiacciante: “Era muto, ma con il sorriso stampato in faccia”. In queste parole si racchiude tutta la follia e il terrore della situazione.

La fortuna ha voluto che il suo attuale fidanzato fosse nei paraggi e prontamente accorso in suo aiuto. “Ho provato ad allontanarmi strisciando, quello però si è divincolato ed è tornato verso di me”, prosegue Martina. La battaglia per la sopravvivenza è stata cruenta, ma lei ha dimostrato una straordinaria forza. “Da sdraiata l’ho tenuto a distanza usando le gambe, mentre provava ancora a colpirmi”. L’incontro si è concluso con l’intervento decisivo dei paramedici, arrivati un minuto dopo, mentre Martina si trovava in uno stato di paura intensa.

“Mentre mi portavano via, ero convinta che non ce l’avrei fatta”, confida Martina, dalla quale emerge una grande resilienza. La sua testimonianza, ora che è uscita dal coma, è un grido di allerta contro la violenza di genere e un invito a riflettere sulla necessità di maggiore protezione e supporto per le vittime di abuso.

La comunità segue con ansia lo sviluppo della situazione legale dell’aggressore, mentre Martina prova a riprendersi da un’esperienza che ha segnato il suo corpo e la sua psiche. Nonostante la gravità di quanto accaduto, il suo racconto rappresenta un atto di coraggio e resistenza che ci obbliga a guardare in faccia una realtà spesso ignorata.