Bhopal, 40 anni dopo: il trasferimento delle scorie tossiche crea nuove polemiche sul cambiamento delle norme!

Bhopal, 40 anni dopo: la controversia continua sull’inceneritore per i rifiuti tossici

ROMA – Gli effetti del tragico disastro di Bhopal si fanno sentire ancora oggi, a 40 anni dall’evento che ha segnato la storia della sicurezza industriale. A partire da ieri, sono cominciate le operazioni di rimozione di 337 tonnellate di scorie tossiche dalla ex fabbrica della Union Carbide, dove nel 1984 si sprigionò una nube di gas mortale che causò la morte di almeno 3.500 persone nel giro di pochi giorni. Secondo stime ufficiali, il bilancio finale delle vittime sarebbe superiore ai 15.000 morti.

Il trasferimento dei rifiuti avverrà in un inceneritore situato a Pithampur, a circa 225 chilometri di distanza, utilizzando 12 container speciali. L’operazione, che ha visto il coinvolgimento di oltre mille agenti di polizia e specialisti, è stata organizzata in conformità con una sentenza dell’Alta corte dello Stato di Madhya Pradesh. La scadenza per il completamento della rimozione è stata fissata in quattro settimane.

Questa è la prima volta che vengono trasferiti rifiuti tossici da Bhopal, un passo significativo in un processo di smaltimento che si prevede richiederà dai tre ai nove mesi. Tuttavia, la decisione di utilizzare un inceneritore per trattare questi rifiuti sta suscitando preoccupazioni e contestazioni. Attivisti locali hanno richiamato alla memoria un episodio del 2015, quando lo smaltimento di una piccola quantità di residui contaminò le falde acquifere circostanti, compromettendo la salute delle comunità vicine.

La tensione è palpabile, con proteste in corso da parte di sopravvissuti e familiari delle vittime. Rachna Dhingra, esponente del movimento International Campaign for Justice in Bhopal, ha denunciato la situazione attuale e ha reso noto un sit-in di protesta a tempo indeterminato. A rendere la situazione ancora più delicata è il mancato rinnovo delle normative da parte del governo indiano, che hanno finora permesso il finanziamento dall’estero della Sambhavna Trust, una fondazione che ha fornito assistenza medica ai sopravvissuti per ben 28 anni.

Il futuro dei rifiuti tossici di Bhopal è un tema che continua a generare conflitti e preoccupazioni, mentre la memoria di uno dei disastri industriali più gravi del mondo rimane viva nelle menti di chi ha sofferto a causa di quella tragica notte. Con la rimozione delle scorie, si apre un nuovo capitolo nella storia di Bhopal, ma le sfide e le controversie sono tutt’altro che concluse.