Il ritorno dei pellegrini a Gerusalemme: una testimonianza di spiritualità e ricerca di pace
BOLOGNA – La Terra Santa riaccoglie i pellegrini: dopo il primo pellegrinaggio di comunione e pace dello scorso giugno, interrotto dalla situazione turbolenta che ha colpito la regione, la Arcidiocesi di Bologna ha voluto dare un chiaro segnale di speranza e solidarietà organizzando un secondo viaggio, iniziato oggi. "Siete di nuovo i primi," ha dichiarato una guida palestinese al gruppo di circa venti pellegrini, sottolineando l’importanza di questa iniziativa per la comunità locale.
Monsignor Stefano Ottani, vicario generale della Arcidiocesi, ha descritto l’accoglienza calorosa e significativa ricevuta al loro arrivo a Tel Aviv, evidenziando così il valore della presenza fisica e dell’incontro diretto. “Venire di persona è cruciale per comprendere la realtà di queste persone e vivere il dramma di questa terra,” ha affermato Ottani, sottolineando il significato che riveste questo pellegrinaggio in un momento così difficile.
Incontrare le comunità locali è l’obiettivo principale di questo pellegrinaggio, sottolineato anche dal patriarca di Gerusalemme, Pier Battista Pizzaballa, che i pellegrini avranno occasione di incontrare. "La visita a queste persone ci aiuta a comprendere il significato profondo di questo territorio e la testimonianza di fede che qui è vissuta,” ha continuato Ottani, facendo riferimento a un approccio che mette al centro l’ascolto e il dialogo.
Il pellegrinaggio è stato concepito come un’opportunità di “comunione e pace,” un modo per abbattere le barriere e promuovere il dialogo in un contesto di tensioni. “Solo ascoltando e condividendo esperienze possiamo ridurre le divisioni,” ha affermato, rivolgendo un appello alla cessazione di ogni forma di violenza. Questi principi guideranno il programma dei pellegrini, che prevede visite ai luoghi sacri e incontri con testimoni locali.
L’itinerario seguirà fino a lunedì 6 gennaio, con un significativo trasferimento a Betlemme previsto per sabato 4 gennaio, che offrirà ai partecipanti un’ulteriore opportunità di integrazione e connessione con le storie di chi vive in quelle terre.
In questo clima difficile, il pellegrinaggio dalla Diocesi di Bologna rappresenta un faro di speranza, un invito a costruire ponti e promuovere la pace attraverso la comprensione reciproca. La comunità dei pellegrini, seppur ristretta, ha dimostrato che l’impegno per la pace e l’incontro non conosce confini, e che la fede può essere un potente strumento di cambiamento.