Anna: La storia di una bimba ‘guerriera’ nata con un tumore raro
ROMA – Una patologia rarissima ha segnato l’arrivo nel mondo di Anna, una bimba che è venuta alla luce a sole 28 settimane di gestazione con un tumore teratoma sacrococcigeo del peso di 600 grammi. La piccola, che pesava in totale 1,6 chilogrammi, ha avuto bisogno di cure immediate e intensive, ma grazie all’eccezionale operato dei medici del policlinico di Milano, oggi sta bene ed è finalmente tornata a casa con i suoi affetti.
La storia di Anna ha avuto inizio nel quarto mese di gravidanza, quando un’ecografia di routine ha rivelato una massa cellulare anomala nel grembo materno. I genitori della piccola, residenti in una provincia del nord est d’Italia, sono stati indirizzati alla clinica Mangiagalli del policlinico di Milano, un centro d’eccellenza nel trattamento di gravidanze ad alto rischio e in casi di tumori pediatrici.
La diagnosi che ha spaventato la famiglia
Il teratoma sacrococcigeo, colpisce un bambino ogni 35.000 e presenta un’iper crescita che può compromettere gli organi del feto. Per la famiglia di Anna, il coinvolgimento in una corsa contro il tempo è stato essenziale, poiché la vita della loro bimba era in pericolo. Grazie alla diagnosi prenatale, i medici hanno potuto intervenire precocemente con un intervento laser in utero, che ha permesso di ridurre il flusso sanguigno al tumore.
Il cesareo d’urgenza e il delicato intervento chirurgico
All’età di 28 settimane, Anna è nata con un parto cesareo d’emergenza, data la rapidità di crescita della massa tumorale. I medici hanno operato offrendo una sinergia unica di competenze: l’intervento chirurgico per rimuovere il teratoma è durato circa 2 ore ed è stato effettuato con successo, senza compromettere gli organi urogenitali. Il dottor Ernesto Leva, chirurgo pediatrico e direttore del Dipartimento Area Materno-Infantile, ha sottolineato come la situazione di Anna fosse straordinariamente complessa, ed ha elogiato l’unità di intenti del team medico.
Un percorso lungo verso la guarigione
Dopo l’intervento, Anna ha continuato a ricevere cure intensive nella terapia neonatale, dove è stata assistita da un’équipe dedicata. La direttrice della Terapia intensiva neonatale, Monica Fumagalli, ha confermato che la piccola ha superato le problematiche legate alla prematurità, e il momento tanto atteso del ritorno a casa è infine arrivato per la sua famiglia.
“Curare bambini come Anna è possibile solo in grandi centri con esperienza nel seguire famiglie e piccoli pazienti”, afferma Matteo Stocco, direttore generale del policlinico di Milano. La rete di supporto offerta dall’ospedale ha rappresentato un’importante risorsa per i familiari, molti dei quali affrontano lunghe degenze e necessità di accompagnamento.
Una vita che continua
La storia di Anna, la bimba guerriera, è la dimostrazione che una diagnosi precocissima e un’adeguata cura specialistica possono realmente fare la differenza. La piccola sarà monitorata con un follow-up multidisciplinare, coinvolgendo una varietà di esperti, affinché possa continuare a crescere sana e forte. La speranza è che la sua storia possa essere fonte di ispirazione per altre famiglie che si trovano ad affrontare sfide simili, con la consapevolezza che dalla scienza, dai medici e dall’amore familiare, possono derivare risultati straordinari.