Cecilia Sala racconta la sua esperienza di prigionia in Iran: “Ho avuto paura di morire”
La giornalista italiana Cecilia Sala ha recentemente condiviso la sua drammatica esperienza di prigionia attraverso il podcast ‘Stories’ su Chora News, dove ha descritto i 21 giorni trascorsi nel carcere di massima sicurezza di Evin, a Teheran. Arrestata il 19 dicembre, Sala ha fatto riferimento a momenti di profonda angoscia e paura, affermando di aver temuto per la propria vita.
Durante l’intervista con Mario Calabresi, Cecilia ha rivelato di come il suo arresto si sia verificato il giorno dopo una visita a Zeinab Musavi, la famosa stand up comedian iraniana. La Musavi le aveva parlato dell’isolamento e della capacità di trovare momenti di gioia anche nelle condizioni più disperate. “Ho riso due volte: la prima quando ho visto il cielo, la seconda per un verso buffo di un uccellino”, ha raccontato. La risata, in un contesto di silenzio e oppressione, è diventata un atto di resistenza personale.
“Confusa e felicissima” è stata la reazione di Sala alla notizia della sua liberazione. Non si aspettava di essere liberata così presto, ma sentiva il peso della gioia e dell’angoscia che aveva vissuto in quelle tre settimane. La giornalista ha sottolineato che, mentre nel carcere non ha corso rischi fisici diretti, "ho considerato la possibilità di perdere la vita", riflettendo sulle gravose accuse che le erano state rivolte.
La sua detenzione è stata caratterizzata da interrogatori quotidiani, in cui le venivano mosse accuse di “tante azioni illecite compiute in tanti luoghi diversi”. “Non mi è stato spiegato perché mi trovassi lì”, ha affermato. Queste parole evidenziano la confusione e l’incertezza che ha dovuto affrontare.
Sala ha descritto l’Iran come il Paese in cui “più volevo tornare” e, nonostante le difficoltà, il suo affetto per le persone incontrate durante il suo lavoro ha alimentato la sua motivazione. "Per me, la cosa più difficile è stata non avere un libro per distrarmi", ha confessato, rivelando il desiderio di rifugiarsi in una storia che non fosse la sua.
Riflettendo sull’arresto, Cecilia ha menzionato che l’ipotesi di uno scambio legato all’arresto di un connazionale era in cima alle sue preoccupazioni. "Quando mi hanno detto che sarei stata libera, inizialmente non ci ho creduto", ha rivelato, evidenziando il momento di incredulità e la fretta di lasciare il carcere e recarsi direttamente all’aeroporto.
Malgrado le difficoltà vissute, Cecilia Sala ha voluto esprimere gratitudine per coloro che si prendono cura di persone in situazioni simili alla sua. “Sento il senso di colpa dei fortunati”, ha concluso, ricordando che molte altre persone sono attualmente nei panni che lei ha indossato e che la loro sofferenza deve continuare a essere al centro dell’attenzione.
La sua esperienza non solo svela le insidie del giornalismo in contesti di repressione, ma sottolinea anche la resilienza dello spirito umano di fronte all’oppressione e all’incertezza. Cecilia Sala, ora finalmente libera, con le sue parole ci invita a riflettere su un mondo in cui la libertà è un privilegio da non dare mai per scontato.