Sopravvivere a giorni di prigionia in isolamento | Scopri cosa ha imparato Cecilia Sala dall’esperienza in Iran

Cecilia Sala racconta la sua prigionia: “Temevo di non reggere più”

Dopo oltre venti giorni trascorsi in condizioni disumane nella temuta prigione di Evin, a Teheran, la giornalista Cecilia Sala è finalmente tornata in Italia. Attraverso un comunicato stampa e un podcast condiviso con i suoi follower, ha reso pubbliche le terribili esperienze vissute durante la sua detenzione, un racconto che ha scosso l’opinione pubblica e richiamato l’attenzione sulla situazione dei diritti umani in Iran.

“Temevo davvero di non reggere più”, ha affermato Cecilia, descrivendo un ambiente di isolamento where il tempo sembrava essersi fermato. La giornalista è stata rinchiusa in una cella senza letto, in un luogo dove la luce era sempre accesa, privandola della possibilità di distinguere il giorno dalla notte. I pasti erano frugali: “Manciate di datteri e poco altro, che una mano mi passava dalla feritoia della porta”, ha raccontato, evidenziando le difficili condizioni di vita che ha dovuto affrontare.

Cecilia ha cercato di mantenere una parvenza di normalità attraverso la lettura. Nonostante le sue richieste di ricevere una Bibbia siano rimaste inascoltate, ha recuperato la speranza grazie a un libro di Murakami, “Kafka sulla spiaggia”. “Daniele, compralo anche tu, nella stessa edizione, così lo possiamo leggere insieme, seppure a distanza”, ha aggiunto, segno della forza dei legami affettivi anche nei momenti più bui.

Dopo circa venti giorni di isolamento, Cecilia è stata trasferita in una cella più grande, dove ha finalmente riottenuto i suoi occhiali. Qui ha potuto comunicare con una donna iraniana, che non parlava inglese, instaurando un modo unico di interagire attraverso la lingua dei segni e la rappresentazione degli oggetti. Questo incontro, sebbene semplice, ha rappresentato un barlume di connessione umana in un contesto così angosciante.

La liberazione di Cecilia è stata accolta con gioia dai suoi cari e dalla comunità di giornalisti. Le sue prime parole ai colleghi di Chora News hanno risuonato come una nota di speranza: “Ciao, sono tornata”. L’abbraccio con il compagno Daniele Raineri e la sua famiglia ha segnato un momento di emozione profonda, dopo giorni di ansia e preoccupazione.

Cecilia Sala non è solo una voce nel panorama giornalistico italiano, ma anche una testimone di una realtà difficile che ricorda al mondo l’importanza della libertà di espressione e la lotta per i diritti umani. La sua esperienza in Iran non rappresenta solo una storia personale, ma un appello universale affinché simili situazioni non si ripetano mai più.