Zuckerberg abbandona la diversità in Meta | È davvero il nuovo volto delle aziende tech?

Zuckerberg ridisegna Meta a forma di Trump: stop ai programmi di inclusione

ROMA – Il volto di Meta sta cambiando drasticamente sotto la guida di Mark Zuckerberg. In quello che appare come un palese riposizionamento politico, l’amministratore delegato ha infatti deciso di abbandonare i programmi di diversità, equità e inclusione (DEI), segnando un passo indietro rispetto agli sforzi compiuti negli ultimi anni per migliorare la rappresentanza all’interno dell’azienda.

Questa scelta arriva dopo una serie di eventi significativi, a partire da una visita di Zuckerberg al resort Mar-a-Lago di Donald Trump e dalla decisione di ridurre il fact-checking sui contenuti pubblicati sui social. Un promemoria interno, trapelato e riportato da Axios e Business Insider, ha rivelato che il cambiamento è giustificato dal mutato panorama legale e politico degli Stati Uniti, un contesto che sembra influenzare direttamente le strategie aziendali della compagnia.

Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane di Meta, ha confermato che diversi programmi destinati a sostenere i gruppi minoritari verranno interrotti. Tra questi, il Diverse Slate Approach e gli obiettivi di rappresentanza, che avevano portato a un raddoppio dei dipendenti neri e ispanici negli ultimi anni. La decisione di chiudere queste iniziative rappresenta una significativa inversione di tendenza, in un momento in cui l’inclusività stava diventando un tema centrale per molte aziende.

In aggiunta, Meta ha deciso di abbandonare le pratiche di assunzione diversificate e di sciogliere il team dedicato al DEI. Questa mossa ha inevitabilmente provocato nuove critiche, in particolare riguardo alla composizione del team di sviluppo dell’intelligenza artificiale, che risulta essere prevalentemente bianco e maschile.

L’azienda lombarda non è sola in questa scelta, ma si allinea a un trend emerso tra diverse grandi corporazioni, tra cui McDonald’s, Walmart, Ford e Lowe’s, che hanno ridotto o eliminato i propri sforzi in ambito DEI. Molti di questi cambiamenti sono stati attuati sotto la pressione esercitata da gruppi politici di estrema destra, suggerendo una dinamica inquietante nel panorama aziendale statunitense.

Con Donald Trump che non è ancora ufficialmente tornato al potere, ma con il suo spirito sempre più evidente nelle politiche adottate da aziende come Meta, ci si interroga sulle conseguenze di questo riposizionamento. La decisione di Zuckerberg sembra rappresentare non solo un cambio di rotta aziendale, ma una chiara dichiarazione d’intenti in un clima politico sempre più polarizzato.