42 giorni di speranza | Ma il cessate il fuoco sarà davvero sufficiente?

Un Nuovo Accord tra Israele e Hamas: Tre Fasi per la Pace

Da Roma, 15 gennaio 2025 – Un accordo di tregua temporaneo sta per entrare in vigore domenica, promettendo un periodo di 42 giorni di negoziazione tra Israele e Hamas con l’obiettivo di trasformare la tregua in una pace duratura. Questa intesa, secondo il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, prevede che, se i colloqui dovessero prolungarsi oltre la scadenza, il cessate il fuoco resterà comunque in vigore.

L’accordo si articola in tre fasi, con una struttura simile a quella proposta da Biden a fine maggio. Nella prima fase, che richiede ancora l’approvazione formale del gabinetto israeliano, Israele e Hamas si impegneranno in uno scambio di prigionieri, in cui Hamas libererà 33 prigionieri israeliani, inclusi donne, bambini e anziani. In cambio, Israele dovrà rilasciare alcuni prigionieri palestinesi, sebbene i dettagli esatti non siano ancora stati resi noti.

Il primo passo di questo processo include anche un ritiro delle forze israeliane lungo il confine di Gaza e il ritorno degli sfollati alle loro abitazioni. Fondamentale sarà l’aumento del flusso di aiuti umanitari, con l’ingresso di carburante e attrezzature per la protezione civile, oltre a beni di prima necessità per coloro che hanno perso tutto a causa della guerra.

Durante il periodo di sei settimane previsto per la prima fase, Israele dovrà negoziare le modalità per la seconda fase, che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita e un definitivo ritiro delle forze israeliane da Gaza. La fase finale dell’accordo comporterà il ritorno delle spoglie degli ostaggi uccisi alle loro famiglie. Attualmente, si stima che circa 100 ostaggi si trovino a Gaza, con le autorità israeliane che credono che circa 35 di essi potrebbero essere già deceduti.

Hamas, in una dichiarazione su Telegram, ha confermato l’accordo, elogiano la "leggendaria resilienza" dei cittadini di Gaza in questo periodo di conflitto. Queste parole rappresentano un segnale di speranza in un contesto di grande tensione e sofferenza.

L’accordo, pertanto, si presenta non solo come una opportunità per porre fine a un lungo conflitto, ma anche come un passo significativo verso la ricostruzione e il recupero delle vite di milioni di persone colpite dalla guerra. La comunità internazionale ora attende di vedere se questi 42 giorni porteranno alla pace definitiva, o se la situazione continuerà a necessitare di un intervento più ampio.