Protocollo Napoli lancia una campagna contro la PAS: “E’ il vero ostacolo al contrasto della violenza di genere”
Il 17 gennaio 2025, Roma è stata testimone di un’importante conferenza stampa organizzata da Protocollo Napoli, durante la quale è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione contro l’uso della "Sindrome di Alienazione Parentale" (PAS) nei tribunali italiani. Le esperte presenti, tra cui le psicologhe Caterina Arcidiacono e Elvira Reale, hanno sottolineato come la PAS venga utilizzata come strumento per discreditare le denunce di violenza sulle donne, affermando che “nei tribunali non possono vivere teorie non riconosciute dalla comunitĂ scientifica”.
L’uso strumentale della PAS
Nel corso dell’evento, le relatrici hanno evidenziato che la PAS è spesso adoperata per attribuire responsabilità alle madri nel caso in cui i figli rifiutino di vedere un genitore, senza considerare la possibilità di violenza domestica. Questo approccio, slegato da basi scientifiche, rappresenta un serio ostacolo al contrasto delle politiche di protezione verso donne e minori. La campagna mira a ottenere un divieto formale all’uso della PAS nei casi di affido condiviso, specialmente quando sono in gioco condizioni di violenza.
L’impegno delle istituzioni
Valeria Valente, senatrice del Partito Democratico e membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio, ha ribadito l’importanza di garantire che le norme che vietano l’uso della PAS vengano effettivamente applicate nei tribunali. "Dobbiamo assicurarci che i passi avanti fatti non siano solo sulla carta, ma che si traducano in pratica giuridica", ha dichiarato Valente, evidenziando il rischio di utilizzare teorie fuorvianti che possano nuocere alle donne e ai bambini.
Una campagna di respiro internazionale
La campagna anti PAS promossa da Protocollo Napoli non è un’iniziativa isolata; è parte di un movimento globale che ha giĂ trovato eco in ben diciotto paesi. Durante la conferenza, Elvira Reale ha riportato come le controaccuse basate sulla PAS abbiano spesso piĂą peso delle denunce di violenza, portando a una crescente sfiducia delle donne verso il sistema giudiziario. “Queste controaccuse minano la credibilitĂ delle vittime di violenza, spingendo molte donne a rinunciare a denunciare”, ha avvertito Reale.
Testimonianze significative
Le testimonianze presentate durante l’incontro hanno messo in luce casi drammatici, come quello di Federico Barakat, un bambino ucciso nonostante ripetute segnalazioni della madre riguardo alla violenza del padre. “Questi eventi evidenziano quanto possa essere pericoloso utilizzare un costrutto ascientifico come la PAS nei tribunali”, ha denunciato Vittoria Tola, responsabile dell’UDI nazionale.
Verso un cambiamento culturale
Le relatrici hanno concordato nell’affermare che è necessario un cambiamento non solo nel sistema giudiziario, ma anche nella cultura diffusa riguardo alla violenza di genere e all’affidamento dei minori. “La nostra democrazia è monca se non si rispettano i diritti delle donne”, ha concluso Elisa Ercoli, presidente dell’associazione Differenza Donna, richiamando l’importanza di garantire che le voci delle donne non vengano silenziate da pregiudizi e stereotipi.
Un percorso da seguire
Con il lancio di questa campagna, Protocollo Napoli intende mobilitare sia le istituzioni che la società civile per denunciare e combattere l’uso della PAS nei tribunali. Il cammino è lungo e richiede impegno collettivo, ma la determinazione è forte: “Non possiamo permettere che la paura di denunciare continui a precludere la giustizia per le donne e i bambini”. La road-map della campagna e la raccolta firme necessaria a sostenere questa causa sono disponibili attraverso i canali ufficiali di Protocollo Napoli.
In un contesto dove la violenza di genere e le sue implicazioni giuridiche sono sempre più sotto i riflettori, è essenziale che gli organi di giustizia garantiscano protezione alle vittime, rimuovendo qualsiasi strumento che possa ostacolarne la giustizia effettiva.