Perquisizioni a Brescia: il ministro spiega le motivazioni, ma le attiviste denunciano un trattamento ingiusto!

Brescia: il ministro dell’Interno risponde alle accuse sulle perquisizioni

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alle contestate perquisizioni avvenute a Brescia, che hanno suscitato polemiche e preoccupazioni tra le attiviste coinvolte. Durante una puntata della trasmissione "Dritto e Rovescio" su Rete 4, Piantedosi ha sottolineato che "per il caso delle perquisizioni di Brescia ho chiesto una relazione che mi è stata fornita", evidenziando così l’origine delle sue affermazioni.

"Se qualcuno si è sentito offeso sono il primo ad essere dispiaciuto," ha aggiunto il ministro, cercando di placare le tensioni dopo le denunce giunte dalle attiviste. Secondo Piantedosi, le pratiche impiegate durante l’operazione si collocano "in un quadro di piena regolarità" e sono parte di una modalità operativa studiata per garantire la parità di genere durante le perquisizioni.

La vicenda è scaturita da eventi avvenuti il 13 gennaio, quando 23 attivisti di gruppi come Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione sono stati fermati dopo una manifestazione davanti alla sede della Leonardo Spa a Brescia. La protesta mirava a richiamare l’attenzione sulla situazione in Gaza e sulla collaborazione tra l’azienda e lo Stato di Israele, con atti simbolici quali l’incatenamento tra attivisti, il lancio di vernice e la sostituzione della bandiera aziendale con quella palestinese.

Tuttavia, il trattamento subito da alcune delle attiviste durante gli arresti ha sollevato gravi preoccupazioni. Secondo quanto denunciato dalle stesse interessate, "sono state costrette a denudarsi e a fare dei piegamenti sulle gambe", un trattamento riservato esclusivamente alle donne, lasciando così intendere una disparità di trattamento rispetto agli uomini arrestati.

Le parole del ministro e le denunce delle attiviste mettono in luce un conflitto tra la gestione della sicurezza pubblica e i diritti individuali, sollevando interrogativi sul rispetto delle procedure e su come le autorità affrontino la disobbedienza civile. In un contesto che reclama maggiore sensibilità verso tematiche sociali e di genere, la risposta di Piantedosi potrebbe non bastare a confortare chi si sente vulnerabile e colpito da pratiche considerate inaccettabili.