Gaza in festa nonostante le macerie | Riusciranno gli aiuti umanitari a cambiare la situazione?

La speranza di un ritorno tra le macerie: la situazione a Gaza dopo la tregua

ROMA – “A Gaza, le persone hanno ansia di tornare a casa, anche se troveranno solo macerie”, dichiara Meri Calvelli, cooperante dell’Associazione di Cooperazione e Solidarietà (Acs). Nonostante i bombardamenti siano continuati fino all’ultimo momento prima dell’annuncio della tregua, la popolazione ha mostrato un’incredibile resilienza, iniziando a festeggiare la possibilità di un cessate il fuoco che, seppure instabile, rappresenta un barlume di speranza.

Calvelli, che sta operando sul campo, sottolinea quanto sia cruciale questa pausa nei combattimenti, ma avverte: “Non sappiamo se sarà permanente o solo temporanea.” Infatti, la presenza dell’esercito israeliano continua a pesare su molte aree di Gaza, specialmente nel nord, dove molte persone sono già pronte a muoversi, malgrado le loro abitazioni siano state distrutte.

Il vissuto quotidiano della popolazione di Gaza è segnato da una continua attesa per l’arrivo di aiuti umanitari, fermi ai valichi da mesi. Calvelli riferisce che “i camion sono in attesa di entrare da ottobre 2023”, a causa del blocco imposto dalle autorità israeliane. Solo recentemente, l’accesso alla Striscia è stato concesso ‘col contagocce’, mentre migliaia di convogli carichi di beni essenziali continuano a rimanere bloccati.

La situazione è drammatica: secondo l’ONU, il 92% delle abitazioni di Gaza è stato danneggiato, e gran parte delle infrastrutture sanitarie ed educative è stata distrutta. L’88% delle scuole sono state colpite in qualche modo, e le statistiche parlano di quasi due milioni di sfollati.

Anche se si festeggia per la tregua, la devastazione lasciata dietro di sé dai bombardamenti è evidente. Calvelli sottolinea che le celebrazioni sono una risposta a una popolazione stremata dagli attacchi incessanti che hanno dimostrato una volontà di vivere e di ricostruire, nonostante la consapevolezza che il ritorno alle abitazioni sarà impossibile. “Speriamo che gli aiuti entrino presto”, ha affermato Calvelli.

In questo contesto di emergenza, le Nazioni Unite si preparano a far entrare migliaia di tonnellate di aiuti umanitari. Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha affermato: “Siamo pronti a far entrare i convogli di aiuti su larga scala a Gaza.” La comunità internazionale è ora in attesa che i valichi di frontiera vengano aperti per garantire l’arrivo di cibo e medicine salvavita.

Con un futuro ancora incerto, la popolazione di Gaza, tra macerie e speranza, continua a sognare un domani migliore, affrontando una crisi che sembra non avere fine.