Donald Trump giura come 47° presidente degli Stati Uniti: un discorso all’insegna della sovranità e del cambiamento
Roma – Donald Trump è ufficialmente il 47° presidente degli Stati Uniti, dopo aver prestato giuramento nel cuore del Campidoglio a Washington. In un’atmosfera carica di aspettativa, il nuovo comandante in capo ha inaugurato il suo mandato dichiarando che “l’età dell’oro degli Stati Uniti comincia ora”. Questo potente incipit ha segnato l’inizio di un discorso ricco di promesse e dichiarazioni audaci che riflettono il suo spirito divisivo e la sua visione politica.
“America First, con rispetto e sicurezza”
Nel suo primo intervento ufficiale, Trump ha messo in evidenza un malcontento profondo nei confronti di quello che ha definito un "establishment corrotto" che ha tradito gli interessi del popolo americano. “Da oggi in poi il nostro Paese sarà di nuovo prospero e rispettato in tutto il mondo”, ha affermato, ribadendo la necessità di mettere l’America al primo posto, affrontando temi centrali come la sovranità e la sicurezza nazionale.
“Un giorno di liberazione”
Con toni quasi messianici, Trump ha proclamato di essere “stato salvato da Dio per rendere di nuovo gli Stati Uniti un grande Paese”, definendo il 20 gennaio come un “giorno di liberazione”. La retorica del cambiamento si è intensificata con l’impegno a riorganizzare i servizi pubblici e a fermare la “strumentalizzazione” della giustizia.
“Deportazioni immediati di cittadini stranieri criminali”
Uno dei primi atti previsti dal suo governo include la deportazione di cittadini stranieri ritenuti criminali. “Adotterò una serie di decreti esecutivi”, ha dichiarato, delineando piani per fermare l’immigrazione clandestina e inviare l’esercito al confine meridionale per gestire quella che ha descritto come “un’invasione disastrosa”.
“Emergenza energetica e perforazioni”
Trump ha anche promesso di dichiarare un’emergenza energetica, portando avanti la politica delle perforazioni per sfruttare le risorse fossili. “Abbiamo la più grande quantità di combustibili fossili e li utilizzeremo”, ha esclamato, tracciando una visione economica che punta alla massimizzazione degli asset naturali americani.
“Sarà un pacificatore”
In un’impostazione che sembra contraddire il suo approccio militante, Trump si è definito un “pacificatore” e ha affermato che “misureremo il successo con le guerre cui riusciremo a porre fine”, un’intenzione che potrebbe far presagire un cambiamento nelle priorità di politica estera.
“Golfo d’America” e il futuro spaziale
Il neopresidente ha anche annunciato l’intenzione di cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” e ha espresso il desiderio di piantare la bandiera americana su Marte. “Siamo la più grande civiltà della storia”, ha affermato, stimando un futuro di esplorazioni e conquiste, sia in terra che nello spazio.
“Stop al gender: ci sono solo maschi e femmine”
Infine, il presidente ha cavalcato la questione del gender, promettendo di porre fine alle politiche di genere, affermando che “ci sono solo maschi e femmine”. Questa posizione è emblematica del suo impegno a rifondare i valori sociali ed educativi americani.
Concludendo il suo discorso tra applausi e qualche critica, Trump ha affermato: “Il futuro è nostro, noi siamo americani, e siamo pronti a vincere come mai in passato”. La sua presidenza promette di essere controversa e polarizzante, con promettenti azioni che non mancheranno di suscitare dibattiti in un’America divisa.