Responsabili dei bulli ancora a piede libero | La straziante denuncia del papà di Vincent Plicchi

Il papà di Vincent Plicchi: “Dopo due anni, gli haters sono ancora online”

BOLOGNA – Due anni dopo la tragica scomparsa di Vincent Plicchi, il giovane tiktoker bolognese che si è tolto la vita a causa di insulti e cyberbullismo ricevuti sui social, la situazione sembra essere stagnante. “I responsabili sono ancora a piede libero e online. È imbarazzante. La giustizia manca all’appello”, ha dichiarato con forza Matteo Plicchi, il padre di Vincent, durante un convegno avvenuto questa mattina in Sala Borsa, organizzato in collaborazione con il Comune di Bologna per sensibilizzare il pubblico sul tema del cyberbullismo.

Matteo Plicchi ha raccontato come, nonostante il sostegno e la solidarietà dimostrati dalla comunità bolognese, “manca completamente all’appello la giustizia”. Secondo il padre, il lungo processo legale ha visto ben due archiviazioni del caso, da parte della Procura, senza che fosse mai convocato per interpellare.

“I responsabili li ho trovati io, molti hanno anche confessato,” ha continuato il signor Plicchi, enfatizzando l’assurdità della situazione. Egli ha affermato di avere già individuato i colpevoli, ma, “io non sono mai stato neanche convocato in Procura come persona informata sui fatti”. La frustrazione di Matteo Plicchi è palpabile: “Chi ha compiuto i reati è tuttora online”.

“Potrebbero esserci nuovi Vincent”, ha ammonito il padre, avvertendo del rischio che simili tragedie possano verificarsi nuovamente. La lentezza della giustizia, secondo Plicchi, è la principale causa di un’inefficienza preoccupante: “Se queste persone che l’hanno perseguitato sono ancora a piede libero e online, potrebbero creare situazioni simili”.

Il convegno è stata anche un’occasione per riaccendere l’attenzione sulla necessità di interventi decisivi contro il cyberbullismo. “Lo Stato dovrebbe procedere d’ufficio,” ha affermato il papà di Vincent, sottolineando che finora l’unica azione intrapresa d’ufficio sarebbe stata quella di far trapelare alla stampa l’ultima lettera scritta dal figlio.

Presenti anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il quale ha inaugurato un murales dedicato a Vincent all’esterno delle scuole medie Pepoli nel maggio scorso. “Il cyberbullismo, come ogni forma di odio, punta all’annichilimento della persona,” ha dichiarato il sindaco, evidenziando l’importanza della responsabilità delle piattaforme digitali. “Se ci sono organizzazioni che traggono profitto da queste dinamiche, anche loro devono essere perseguite”.

La battaglia di Matteo Plicchi è, quindi, quella di ottenere giustizia per suo figlio, ma anche di lanciare un appello a tutte le istituzioni affinché il fenomeno del cyberbullismo venga affrontato con la gravità che merita. “Speriamo giustizia sia fatta,” chiude drammaticamente il padre, la cui testimonianza continua a risuonare con forza nella lotta contro l’odio online.