Scritte contro Ong e associazioni: reazioni di indignazione alla Piramide Cestia
Roma – Le scritte offensive comparse nella notte su diversi monumenti della capitale, tra cui la storica Piramide Cestia, hanno scatenato un acceso dibattito a pochi giorni dalla Giornata della Memoria. Le frasi, indirizzate contro le Ong attive nella Striscia di Gaza e contro importanti associazioni come Anpi e Amnesty International, hanno suscitato reazioni forti e contrastanti da parte di esponenti della società civile.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), ha commentato l’accaduto durante un evento di commemorazione: “Chi ha messo le scritte vuole dare una risposta alla distorsione”. Secondo Di Segni, ciò che è avvenuto va oltre una critica politica e si avvicina all’odio. “Ribaltare gli avvenimenti tragici offende i sopravvissuti”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di rispettare la memoria storica dell’Olocausto.
Dalla parte opposta, le associazioni menzionate nelle scritte hanno espresso un netto rifiuto. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha definito l’iniziativa “un’azione spregevole” che colpisce chi si impegna quotidianamente nella difesa dei diritti umani. Intervenuta sul tema anche Marina Pierlorenzi, presidente provinciale dell’Anpi Roma, che ha liquidato le scritte come “infami” e “scandalose”. “Questo atto è devastante per la democrazia”, ha affermato Pierlorenzi, evidenziando il contrasto tra tali azioni e il rispetto dovuto a un giorno di memoria come quello dell’Olocausto.
Le polemiche attorno alle scritte continuano a sollevare interrogativi sulla percezione della memoria storica e sui rischi di strumentalizzazione politica legata a eventi tragici del passato. “Chi sporca questa memoria compie un atto veramente grave”, ha incalzato Pierlorenzi, “un unicum che non può essere paragonato a nessun accadimento odierno”.
La risposta della società civile è chiara: la memoria storica deve essere preservata e rispettata, lontano da ogni forma di odio e strumentalizzazione. La discussione continua, ma per ora il monito di questi leader è forte e chiaro: “La memoria è sacra e non può essere offesa.”