Un fiume di sfollati in cammino verso nord | Ma la loro “casa” è ridotta in macerie!

La lenta marcia dei palestinesi verso un "nord" desolato

La lunga e dolorosa marcia dei palestinesi, forzati a lasciare le loro case, è tornata ad avere inizio. Migliaia di sfollati hanno intrapreso il cammino verso la parte settentrionale della Striscia di Gaza, a quasi sedici mesi dall’evacuazione forzata causata da conflitti e bombardamenti.

A partire dalle prime ore del mattino, uomini, donne, bambini e anziani sono stati autorizzati a muoversi verso nord, ognuno portando con sé il poco che è riuscito a salvare: bagagli stipati in buste di plastica, materassi e coperte. La scena si presenta come un’immensa colonna di persone che si snoda per chilometri, un vero e proprio fiume di speranza segnato dall’incertezza.

Diversi partecipanti hanno utilizzato mezzi improvvisati per trasportare i loro beni. Un uomo, come riportato dal New York Times, ha addirittura costruito un passeggino per il suo bambino attaccando delle ruote a una scatola di plastica. Un gesto semplice che racconta di un’umanità resiliente, ma anche di una condizione disperata.

Purtroppo, però, le speranze di riallacciare i legami con la propria terra si scontrano con una triste realtà. La parte settentrionale di Gaza si presenta come una landa desolata: quartieri interi sono stati ridotti in macerie a causa dei bombardamenti israeliani, mentre le forze di Hamas hanno piazzato trappole esplosive in molti edifici. Il sogno di tornare a "casa" per questi palestinesi è, di fatto, una chimera.

Il ritorno è stato organizzato in due fasi: gli sfollati possono muoversi a piedi dalle 7 del mattino, mentre i veicoli hanno l’autorizzazione di seguire un percorso differente solamente a partire dalle 9. Il ministro della sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha descritto la riapertura della strada costiera come un segno di umiliazione, affermando che “Ecco cosa significa la resa totale.”

In questo scenario complesso e drammatico, i palestinesi continuano a cercare un futuro migliore, anche quando il passato sembra essere stato completamente cancellato. La lenta marcia verso nord si configurerà non solo come un viaggio fisico, ma anche come un cammino interiore attraverso la memoria e il dolore.