“Il limbo dei ‘cittadini sospesi’ | Perché l’Italia rischia di perdere i suoi talenti migliori?”

Né stranieri né italiani: l’allerta di Link 2007 per i giovani di origine migratoria

Il nuovo rapporto di Link 2007, una rete che unisce quindici delle principali organizzazioni non governative italiane, lancia un monito all’attenzione pubblica: i figli dei migranti in Italia vivono in un limbo identitario che provoca frustrazione e isolamento. Il documento, intitolato “Né stranieri né italiani. Cittadini sospesi”, analizza la condizione di molti giovani che, pur essendo cresciuti nel nostro Paese, non possono ancora vedere riconosciuta la loro cittadinanza e si sentono esclusi da un’identità che considerano loro.

Link 2007 sottolinea che, secondo l’attuale normativa, la maggior parte di questi giovani attende di compiere 18 anni per poter avviare le procedure di naturalizzazione. Tale situazione è particolarmente stark, considerando che oltre il 65% degli studenti stranieri è nato in Italia. Questa legge, risalente al 1992 e basata sullo ius sanguinis, ignora il legame che molti di loro hanno con il territorio, relegandoli a una condizione di marginalità che essi stessi sentono ingiusta.

“Questi giovani vivono un limbo identitario che alimenta frustrazione e distacco”, afferma il documento. Una frustrazione che è amplificata dalla difficoltà di accesso alla cittadinanza, tramite un sistema burocratico complesso e poco chiaro. “Negli anni sono state avanzate diverse proposte per modificare queste regole”, afferma Link 2007, ponendo l’accento sulla necessità di riforme legislative per riconoscere i diritti di queste nuove generazioni.

Il rapporto evidenzia la rilevanza di una riforma legislativa nel 2025. La Corte costituzionale ha aperto la strada a possibili referendum per rivedere le norme sulla cittadinanza, e diverse proposte già presentate in Parlamento potrebbero cambiare la situazione per i giovani con origini migratorie. “Riconoscere la cittadinanza non è solo una questione di giustizia, ma rappresenta un investimento strategico per il futuro del Paese”, continua il documento, sottolineando l’importanza di integrare queste generazioni nella società italiana.

In questo contesto socioeconomico, si stima che i lavoratori stranieri rappresentino il 10,1% della forza lavoro italiana e contribuiscano per quasi il 9% al PIL del Paese. Tuttavia, il sentimento di esclusione rimane elevato e rischia di spingere molti giovani talenti a emigrare all’estero, privando l’Italia di competenze preziose. “Il contributo di queste generazioni arricchisce la comunità nazionale e rafforza la coesione sociale.”

Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007, conclude con un appello alla politica: “È fondamentale promuovere un dialogo che favorisca punti di incontro e soluzioni condivise sulla materia.” La speranza è quella di superare le divisioni ideologiche per costruire una società più inclusiva, che abbracci tutti i suoi cittadini, senza distinzioni.

Con l’auspicio di non perdere una generazione di talenti e di esperienze, Link 2007 ci invita a riflettere e ad agire, aprendo una discussione che è più urgente che mai per il futuro del nostro Paese.