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L’intelligenza artificiale ci svelerà il destino dell’universo, ma a quale prezzo?
ROMA – Il professor Mark Thomson, futuro direttore del Cern, ha rivelato che l’intelligenza artificiale (AI) avanzata potrebbe non solo rivoluzionare la fisica delle particelle, ma anche fornire indizi sul destino finale dell’universo. La sua nomina entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, e le sue affermazioni sono già al centro di un acceso dibattito tra scienziati e appassionati.
Thomson ha paragonato l’impatto dell’apprendimento automatico sui progressi nella fisica delle particelle a quello ottenuto dai ricercatori di Google DeepMind, che hanno ricevuto il premio Nobel per la loro innovativa previsione delle strutture proteiche basata sull’intelligenza artificiale. “Sarà piuttosto trasformativo per il nostro campo,” ha affermato il professor Thomson. Secondo lui, l’uso di tecniche di AI nello studio dei dati complessi potrebbe davvero cambiare le regole del gioco.
Al Large Hadron Collider, uno degli strumenti piĂą avanzati della fisica moderna, vengono giĂ applicate strategie intelligenti per identificare eventi rarissimi, fondamentali per comprendere come le particelle abbiano acquisito massa nei primissimi istanti dopo il big bang. Queste scoperte sono cruciali per capire anche se il nostro universo possa essere a rischio di un collasso catastrofico.
Un aspetto affascinante della ricerca, secondo Thomson, riguarda il bosone di Higgs. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, gli scienziati si stanno preparando a compiere misurazioni senza precedenti su questa particella fondamentale, che gioca un ruolo chiave nell’assegnazione della massa alle particelle. “Una misurazione accurata del campo di Higgs potrebbe rivelare se abbiamo raggiunto un equilibrio finale, o se, al contrario, ci aspetta un futuro di drammatiche transizioni,” ha chiarito Thomson.
Queste osservazioni potrebbero non solo illuminare il passato dell’universo ma anche il suo futuro. Nella peggiore delle ipotesi, un cambiamento nel campo di Higgs potrebbe portare a un’evaporazione quasi istantanea dell’universo così come lo conosciamo. “Insomma, l’intelligenza artificiale potrebbe rivelarci come e se finirà l’universo; a meno che non sia l’AI stessa a distruggerlo,” avverte Thomson, aggiungendo una nota di inquietudine alle sue affermazioni già straordinarie.
Questa dichiarazione ha inevitabilmente alimentato le paure esistenziali associate all’intelligenza artificiale, lasciando molti a interrogarsi su quali possano essere le implicazioni etiche e pratiche della sua applicazione nel campo della fisica fondamentale. Mentre il Cern si prepara ad affrontare questa nuova era scientifica, l’umanità dovrà rimanere vigile e riflessiva sugli strumenti e le tecnologie che si è dotata.