Vittima di torture denuncia il governo italiano | Perché il silenzio politico potrebbe costare caro alla giustizia internazionale?

Caso Almasri: una vittima di torture denuncia il governo italiano per favoreggiamento

ROMA – Lam Magok Biel Rue, uno dei sopravvissuti alle atrocità perpetrate da Osama Almasri, ha sporto denuncia contro il governo italiano, accusandolo di "favoreggiamento" nei confronti del torturatore libico. La denuncia arriva in un contesto in cui le azioni di alcune figure chiave del governo, inclusi il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sono al centro delle attenzioni pubbliche e mediatiche.

"La condotta del governo ha sottratto Almasri alla giustizia". Lam Magok accusa le autorità italiane di aver impedito l’arresto di Almasri, un criminale ricercato dalla Corte penale internazionale. Secondo il comunicato di Baobab Experience, associazione che assiste Lam Magok, l’inerzia di Nordio avrebbe potuto portare alla custodia cautelare di Almasri. Inoltre, il decreto di espulsione firmato da Piantedosi ha consentito al torturatore di tornare in Libia, eludendo così il processo.

Il legale di Lam Magok, Francesco Romeo, sottolinea che esiste un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale, datato 22 gennaio 2025, che dimostra che le autorità italiane erano a conoscenza del mandato di arresto. "Le autorità italiane erano opportunamente informate sull’operatività del mandato, e dunque avevano l’obbligo di agire", dichiara Romeo. Il comunicato rivela anche che le autorità italiane avevano richiesto espressamente alla Corte di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, evidenziando un chiaro tentativo di mantenere il caso sotto silenzio.

"Il silenzio del governo ha facilitato la liberazione di Almasri". Lam Magok critica duramente il comportamento del Ministro della Giustizia, evidenziando come la risposta inadeguata delle autorità italiane abbia permesso ad Almasri di evitare la giustizia. La legge italiana prevede che, in caso di richiesta di arresto della Corte penale internazionale, il governo debba agire in modo immediato e riservato, un principio che secondo gli accusatori è stato palesemente trascurato.

Il passo del governo è giustificato come "motivi di sicurezza dello Stato", ma Lam Magok contra-argumenta: "Almasri è un pericolo in Libia, non in Italia". In Libia, infatti, Almasri è accusato di crimini contro l’umanità, tra cui tortura e omicidio. Il governo italiano, nel suo tentativo di motivare l’espulsione, non ha dimostrato che il torturatore rappresentasse una minaccia per la sicurezza nazionale.

"La mia denuncia rappresenta una seconda vittimizzazione", afferma Lam Magok, che ha già testimoniato gli orrori subiti alla Corte penale internazionale. La decisione del governo italiano di espellere Almasri ha privato le vittime di un’opportunità di giustizia. "Spero che l’Italia possa ancora definirsi uno Stato di diritto, dove la legge sia rispettata per tutti", conclude Lam Magok, con la ferma convinzione che ogni persona responsabile di crimini atroci debba essere perseguita.

Baobab Experience offre supporto legale e comunicativo alla causa di Lam Magok, mediante il lavoro dell’avvocato Francesco Romeo. Questa denuncia rappresenta non solo una battaglia per la giustizia individuale, ma anche un appello alla responsabilità istituzionale e ai diritti umani, in un contesto sempre più delicato e complesso.