El Salvador offre una “mega-prigione” a pagamento per i condannati americani | La soluzione geniale o un rischio insensato?

El Salvador apre le porte della sua “mega-prigione” ai condannati statunitensi: una mossa controversa a pagamento

ROMA – El Salvador ha annunciato ufficialmente la disponibilità della sua “mega-prigione” per accogliere detenuti condannati negli Stati Uniti. Il presidente Nayib Bukele ha reso nota questa decisione, definendo l’offerta come una soluzione che potrebbe alleggerire il sistema carcerario statunitense e, nello stesso tempo, generare entrate per il proprio paese.

La prigione, conosciuta con l’acronimo di “Cecot”, è stata inaugurata nel 2023 a Tecoluca, in seguito a una massiccia campagna di repressione contro le famose “maras” Ms-13 e Barrio 18. Con la capacità di ospitare circa 40.000 detenuti, Cecot è considerata tra le più grandi strutture carcerarie del mondo.

Nella sua comunicazione sui social media, Bukele ha affermato: “La tariffa sarebbe relativamente bassa per gli Stati Uniti, ma significativa per noi, tanto da rendere sostenibile l’intero nostro sistema carcerario.” La proposta ha sollevato una serie di interrogativi riguardo le implicazioni etiche e legali di un simile accordo, ma ha anche attirato l’attenzione dei funzionari americani.

L’iniziativa è stata confermata anche da Marco Rubio, segretario di Stato americano, durante la sua visita a San Salvador. Rubio ha espresso gratitudine per la disponibilità del governo di Bukele ad accogliere “criminali pericolosi” e ha sottolineato l’unicità di un’offerta di questo tipo, dicendo che “nessun Paese ci ha mai fatto un’offerta di amicizia come questa”.

Un altro aspetto di questa iniziativa è legato alle crescenti tensioni interne alla società salvadoregna. Bukele, ex membro della guerriglia e ora leader del partito Nuevas Ideas, ha avviato un’offensiva contro le bande che ha portato ad almeno 75.000 arresti. Tuttavia, tali misure hanno attirato critiche da parte di organizzazioni non governative per le problematiche relative ai diritti umani e alle garanzie legali per i detenuti.

La proposta di Bukele rappresenta una scelta audace e controversa. Mentre da un lato potrebbe alleviare la pressione sul sistema penale statunitense, dall’altro alimenta un dibattito etico sui diritti dei detenuti e sulla responsabilità dei governi nel trattare i propri cittadini. La storia di Cecot è solo all’inizio: la sua apertura a detenuti stranieri potrebbe segnare un nuovo capitolo nelle relazioni tra Stati Uniti ed El Salvador, con potenziali conseguenze a livello globale.