Scandalo Almasri! | La verità dietro le smentite dei ministri che potrebbe cambiare tutto!

Caso Almasri, i Ministri Nordio e Piantedosi rispondono al Parlamento: “Nessun ricatto, solo sicurezza nazionale”

Roma, 5 febbraio 2025 – Si è tenuta oggi in Parlamento un’informativa congiunta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riguardo alla controversa vicenda di Almasri, un cittadino libico espulso dall’Italia in seguito a un ordine della Corte Penale Internazionale. Gli interventi dei due ministri hanno messo in evidenza differenti sfaccettature del caso, sottolineando le procedure seguite e rispondendo alle accuse di presunti ricatti.

“Il Ministro non è un passacarte” ha dichiarato Nordio, riferendosi alle critiche mosse nei suoi confronti. Il Guardasigilli ha chiarito che il suo ruolo va ben oltre una semplice azione burocratica: “Ho il potere e il dovere di interloquire con altri organi dello Stato dove se ne presenti la necessità.” La sua dichiarazione è stata una risposta diretta a chi aveva sostenuto che la sua azione fosse stata passiva rispetto alla richiesta della Corte Penale Internazionale, di cui ha descritto le comunicazioni come “grossolane inesattezze”.

Nordio ha anche messo in discussione l’operato di una parte della magistratura, affermando che “non può essere perdonata a chi, per mestiere, dovrebbe leggere le carte.” Secondo il Ministro, questa incapacità di analisi ha reso il dialogo tra politica e giustizia “molto, molto difficile.”

Dall’altro lato, il Ministro Piantedosi ha smentito categoricamente qualsiasi insinuazione di minacce o pressioni normative relative all’espulsione di Almasri. “Il Governo non ha ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere considerato una forma di pressione indebita”, ha ribadito, a conferma che ogni decisione è stata dettata da interessi di sicurezza nazionale.

“L’espulsione è da inquadrare nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato,” ha puntualizzato Piantedosi, ricordando che Almasri era stato soggetto a un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità emesso dalla Corte Penale Internazionale e che la sua permanenza in Italia non era compatibile con la sua “pericolosità sociale.”

Piantedosi ha ripercorso i dettagli della vicenda, evidenziando che Almasri era entrato in Italia solo in transito e definendo l’operazione di espulsione come “una misura appropriata per salvaguardare la sicurezza dello Stato.” La discrepanza nei tempi e nei modi della richiesta di arresto internazionale è stata un altro punto cruciale del dibattito, con Nordio che ha affermato la necessità di chiarimenti da parte della Corte sulle incongruenze nel procederò.

“La Corte ha fatto un pasticcio,” ha affermato Nordio, riferendosi alla confusione che ha caratterizzato le comunicazioni tra il Governo italiano e la Corte stessa. Il Ministro ha infine apprezzato ironicamente come “questa parte della magistratura abbia compattato la nostra maggioranza,” insinuando che le polemiche attorno al caso abbiano in realtà unito le forze politiche.

Con entrambi i ministri che interverranno di nuovo al Senato nel pomeriggio, il caso Almasri continua a suscitare ferventi discussioni e interrogativi sulle relazioni tra le istituzioni legali e politiche e sulla necessità di un’azione coordinata in materia di sicurezza nazionale. Il dibattito non accenna a placarsi, mentre ci si aspetta una risposta definitiva sulla gestione del caso.