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Trump: “Gli Stati Uniti padroni di Gaza, sarà la Riviera del Medio Oriente”
Roma, 5 febbraio 2025 – In un annuncio che ha sorpreso la comunità internazionale, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che il suo governo intende assumere il controllo della Striscia di Gaza, descrivendo la regione come una potenziale "Riviera del Medio Oriente". Durante un incontro con il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, Trump ha esposto la sua visione con la frenesia di un promotore immobiliare, proponendo un cambiamento radicale nelle dinamiche geopolitiche della zona.
“Gli Stati Uniti ne prenderanno il controllo, ne saremo i padroni e i responsabili,” ha affermato Trump in tono deciso. Questa dichiarazione ha sollevato interrogativi e preoccupazioni riguardo al destino dei due milioni di palestinesi attualmente residenti a Gaza, i cui diritti e la cui sicurezza sembrano non essere stati considerati nel piano del presidente. “Una delle idee più sfacciate che un leader americano abbia avanzato negli ultimi anni”, scrive il New York Times, evidenziando le implicazioni di tale affermazione.
Trump ha incapsulato la sua proposta all’interno di un argomento umanitario e di sviluppo economico, immaginando Gaza come un punto di riferimento per il turismo in Medio Oriente. Tuttavia, la sua visione riapre vecchie ferite e solleva interrogativi su come le potenze mondiali possano manipolare le destinazioni di popoli e territori. La rimozione forzata dei palestinesi evocano ricordi di un passato in cui le potenze coloniali ridisegnavano le mappe della regione a loro piacimento.
L’idea di un controllo statunitense sulla Striscia di Gaza rappresenta una contraddizione rispetto alla posizione di Trump nelle precedenti elezioni, dove si era presentato come un candidato deciso a ritirare gli Stati Uniti dalle conflittualità del Medio Oriente. La mancanza di un fondamento legale per l’intervento americano e il non affrontare la questione dei diritti umani hanno sollevato allarmi tra esperti di diritto internazionale e analisti politici. “Né Trump ha citato alcuna autorità legale, né ha affrontato il fatto che la rimozione forzata di una popolazione viola il diritto internazionale,” conclude il New York Times, sottolineando il carattere rivoluzionario e problematico delle affermazioni del presidente.
In risposta a queste dichiarazioni, sono già scattate manifestazioni di protesta in diverse città, con gruppi di attivisti che denunciano un’imposizione di sovranità sulla regione in totale disprezzo delle legittime aspirazioni nazionali dei palestinesi. L’incontro tra Trump e Netanyahu e le sue dichiarazioni potrebbero segnare un nuovo capitolo nel complesso scacchiere geopolitico del Medio Oriente, portando a conseguenze inaspettate e difficili da prevedere.