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Tra gli italiani spiati da Paragon “anche Beppe Caccia”
NAPOLI – È emerso un nuovo e clamoroso sviluppo nel caso delle intercettazioni illegali condotte da Paragon, una vicenda che sta attirando l’attenzione di istituzioni e media. Oggi, durante una visita alla nave Mare Jonio della ONG Mediterranea Saving Humans, l’europarlamentare del Partito Democratico, Sandro Ruotolo, ha rivelato il nome dell’armatore della nave, Beppe Caccia, tra i sette italiani spiati. “Come ci ha detto Meta, sono stati sette, sui 90 totali, gli italiani che sono stati spiati illegalmente”, ha dichiarato Ruotolo, aggiungendo che altri nomi noti, come Luca Casarini e Francesco Cancellato, fanno parte di questo controverso elenco.
La dichiarazione di Ruotolo ha sollevato interrogativi e preoccupazioni circa la privacy e la sicurezza degli attivisti e dei professionisti coinvolti nell’aiuto ai migranti nel Mediterraneo. “C’è un giornalista e ci sono esponenti della società civile che sono in mare a soccorrere i migranti”, ha continuato, sottolineando l’importanza del lavoro svolto da Mediterranea e i rischi connessi a tale attività.
Ma la situazione si complica ulteriormente se si considera la recente decisione del governo italiano di rimpatriare un generale libico accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale. “Noi, paese Italia, concediamo la fuga a questo generale, lo riportiamo con l’aereo di Stato dei servizi segreti, lo riportiamo in Libia”, ha denunciato Ruotolo, evidenziando l’ipocrisia delle politiche migratorie italiane.
Il caso delle intercettazioni non è solo una questione di violazione della privacy, ma si intreccia con il dibattito più ampio sulle responsabilità che l’Italia ha nei confronti dei migranti e delle ONG che operano in mare. Con l’attenzione dell’opinione pubblica sempre più focalizzata su questi sviluppi, sarà fondamentale osservare le reazioni istituzionali e le eventuali misure che verranno adottate in risposta a questa grave violazione dei diritti.
In conclusione, mentre il dibattito su immigrazione e diritti umani continua, la questione delle intercettazioni illegali rimane una ferita aperta, che necessita di rassicurazioni concrete sul rispetto della privacy e sulla sicurezza di chi, come Beppe Caccia e altri, si impegna per una causa tanto cruciale.