
L’Italia si isola dall’Europa: no alla condanna delle sanzioni di Trump alla Corte Penale Internazionale
ROMA – Un isolamento che fa discutere e preoccupare. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non aver firmato la lettera di condanna alle sanzioni imposte dal presidente statunitense Donald Trump contro la Corte Penale Internazionale (CPI). Su un totale di 125 Stati che nel 1998 sottoscrissero lo Statuto istitutivo della CPI a Roma, solo 79 hanno appoggiato l’iniziativa, mentre l’Italia ha deciso di rimanere alla finestra. Insieme ad essa, solo Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania si sono astenuti.
La posizione del governo italiano è emblematica della crescente divergenza tra Roma e il resto dell’Unione Europea. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha fatto appello per la difesa della CPI, sostenendo che essa “garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali” e “dà voce alle vittime in tutto il mondo”. La risposta affermativa da parte della maggioranza degli Stati membri evidenzia un’unità che l’Italia sembra aver perso in questo frangente.
Trump, nella sua decisione, ha orchestrato un ordine esecutivo che accusa la CPI di “azioni illegittime e infondate” nei confronti degli Stati Uniti e di Israele. Tra le prime persone nel mirino delle sanzioni, secondo fonti di stampa, c’è il procuratore capo britannico della CPI, Karim Khan. Questo sviluppo solleva interrogativi non solo sul futuro dell’istituzione, ma anche sulla posizione degli alleati tradizionali degli Stati Uniti.
Le reazioni in Europa non si sono fatte attendere. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avvertito che le sanzioni potrebbero compromettere un’istituzione progettata per garantire che “i dittatori di questo mondo non possano semplicemente perseguitare le persone e scatenare guerre”. Anche la Francia e il Regno Unito hanno ribadito il loro sostegno alla CPI, suggerendo che una maggioranza europea intenda preservare i valori di giustizia e legalità internazionale.
Intanto, a rinforzare ulteriormente le tensioni geopolitiche, gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova vendita di armi a Israele per oltre 7,5 miliardi di dollari. Questa operazione, approvata dal Dipartimento di Stato statunitense, include forniture massicce di bombe, kit di guida per ordigni e missili Hellfire, aumentando così il rifornimento militare a un alleato chiave nella regione.
In conclusione, la decisione dell’Italia di non aderire alla condanna delle sanzioni statunitensi potrebbe riflettere scelte politiche più ampie, mettendo in evidenza un possibile scollamento dell’Italia dall’Europa su temi chiave di giustizia e diritto internazionale. La situazione rimane altamente dinamica, e gli sviluppi futuri potrebbero avere ripercussioni significative sia su scala europea sia a livello globale.